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E VENNE IL GIORNO

Di: Marcello Berlich | 09/09/2010
Filone catastrofico, sottogenere 'la natura si ribella'. L'apocalisse stavolta arriva sotto forma di una tossina emessa nell'aria dalle piante, che scatena un'epidemia di suicidi di massa. In mezzo alla catastrofe, una coppia in crisi, formata da Mark Wahlberg e Zooey Deschanel, cui il fratello di lui (John Leguizamo) affida la piccola figlia per andare alla ricerca della moglie (con esiti immaginabili...). La storia si dipana secondo i moduli consueti del genere: un gruppo di sopravvissuti inizia la fuga, venendo decimato, si fanno incontri all'insegna della solidarietà o del più estremo egoismo, fino a una conclusione dai toni elegiaci, e al classico 'finale a sorpresa ampiamente telefonato'. La si può vedere in due modi: in sè non è certo un film eccelso, all'insegna di un minimo indispensabile di sceneggiatura cui Wahlberg e la Deschanel si limitano quasi a prestare la faccia (agli esiti veramente scarsi del primo si contrappone quanto meno un pizzico di straniamento nel vedere la 'frizzolina' Deschanel alle prese col dramma...). Shyamalan ci regala un paio di scene 'a effetto', oltre che la classica 'apertura', in cui si scatena il caos... 'Classica', appunto: forse la chiave per apprezzare il film è questa: perché l'escursione del regista nel filone eco-catastrofico è in fondo un omaggio a certa fantascienza anni '50, quella per intenderci degli 'insettoni giganti' o delle piante aliene del "Giorno dei trifidi": al posto di certe ingenuità di quegli anni ci sono le tossine emesse dalle piante, ma se pensiamo nella fantascienza classica certe catastrofi erano il portato degli esperimenti nucleari e in "E venne il giorno" i grandi comignoli delle centrali campeggiano spesso sullo sfondo, il collegamento non risulta così campato per aria. Guardato così, senza eccessive aspettative, diventa tutto sommato un film godibile.

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