Cerca tra i 5478 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

The Wrestler

Di: Marcello Berlich | 23/08/2010
Le luci della ribalta si sono spente ormai da tempo sulla carriera di Randy 'The Ram' Robinson: come molto, troppo spesso avviene nell'ambiente del wrestling, dopo i fasti della notorietà e degli incontri davanti a decine di migliaia di persone, The Ram è caduto in disgrazia, vive in un furgone e tira a campare esibendosi in incontri locali, caratterizzati da un livello sempre più elevato di violenza: fino a quando il suo corpo, massacrato da anni di combattimenti, steroidi e antidolorifici, lo abbandona.
Randy cercherà allora di cambiare vita, cercando la serenità tra le pieghe di un lavoro 'normale', nell'amore di una spogliarellista anche lei sul viale del tramonto, nell'affetto diffidente di una figlia abbandonata in gioventù, fino a quando realizzerà in realtà di saper fare bene solo una cosa: tornerà nel suo mondo per una nuova, e probabilmente finale, esibizione.
Il filone è quello, abbondantemente percorso, della 'poetica dei perdenti', che tanto spesso accomuna nel gradimento critica e pubblico: si poteva quindi pensare a una mossa in un certo senso 'furba', se non fosse per l'ambientazione.
Strana cosa, il wrestling: una forma di intrattenimento che mescola sport e spettacolo, e per questo ugualmente invisa e snobbata da entrambi in mondi, fondata sul paradosso che 'sì, è tutto finto e preparato, ma poi ci si fa male sul serio'.
Non voglio qui addentrarmi in una disamina del wrestling, ci vorrebbe troppo tempo: sembrerebbe futile, ma poi se si va a fondo si scopre che è una fucina di rimandi, citazioni anche dotte, una mescolanza di elementi narrativi che pesca a piene mani da secoli di 'storie', dai miti greci ai 'fumetti'.
Per capirlo meglio, ci si può fare una cultura su Internet, o forse basta prestare un'ora e mezza del proprio tempo a questo film: che fa vedere il dietro le quinte, che non risparmia nulla, ma che apre uno squarcio sugli aspetti più umani di un mondo apparentemente plastificato. Darren Aaronofsky ci racconta la vita di un wrestler in disarmo, in un film assimilabile certo a tanti altri sullo spettacolo e sullo sport, ma con una differenza: lo sguardo non è cinico e disincantato, quanto sofferto e compassionevole. Empatico, potrebbe dirsi.
Il rapporto tra i wrestler fuori dal ring, quello con le loro famiglie alle quali spesso devono rinunciare, la mancanza di un 'sostegno sociale' che li costringe a lottare anche in età avanzata, quando l'uso di steroidi per mantenere le prestazioni e degli antidolorifici per sopportarne le conseguenze diventano una strada obbligata; lo stretto legame col mondo delle spogliarelliste, simile per il modo in cui il corpo è esposto.
Tutto questo Aaronofsky ce lo racconta con una sceneggiatura essenziale, più attenta alle espressioni e alla gestualità che non alla parola, in uno stile efficacemente documentraristico attraverso l'utilizzo della telecamera a mano.
Tutto ruota naturalmente attorno a Mickey Rourke, assolutamente trasfigurato nel fisico per prepararsi a questa parte, con una mimica sempre dolente, e uno sguardo malinconico, costantemente triste, provato.
Unici due ruoli di rilievo che interagiscono con lui, la figlia interpretata dalla giovane e brava Evan Rachel Wood e la spogliarellista Marisa Tomei, che svolge alla grande un ruolo durissimo, attrice fin troppo sottovalutata dallo 'star system hollywoodiano'.
Se siete appassionati di wrestling, dopo aver visto questo film, tra le vostre risate di fronte a cadute dalla terza corda e mosse acrobatiche, farà capolino un po' di amarezza; se il wrestling non l'avete mai sopportato, la prossima volta che vi capiterà non cambierete canale, soffermandovici magari qualche minuto guardando con un pizzico di rispetto in più quei giganti ipertrofici.
Gli extra dell'edizione in DVD, da qualche tempo reperibile in edizione economica, contengono il video della premiazione a Cannes, un'intervista a Mickey Rourke, il classico 'making of' e una breve tavola rotonda in alcuni noti wrestler professionisti parlano del loro mestiere e danno il proprio punto di vista sul film.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST