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RAIESTATE: DI NIENTE, DI MENO

Di: Marcello Berlich | 23/06/2010
L'avvio del palinsesto estivo, coincidente quest'anno col Mondiale di calcio induce qualche considerazione - prevedibilmente per niente rosea - sulla programmazione della televisione di Stato nei mesi estivi. Rai: di niente, di meno, si potrebbe dire, ribaltandone il classico slogan. Venute meno le 'classiche' trasmissioni dell'ora di pranzo e del pomeriggio, l'unica idea che passa per la testa dei vertici di Viale Mazzini, è quella di infarcire il palinsesto di repliche di telefilm e serie, più o meno datati.
Ecco allora che la fascia del 'pre-pranzo', orfana di cucine, ricette e intrugli vari, si affida per l'ennesima volta alla immarcescibile "Signara in Giallo": sarà ormai una decina d'anni che nei mesi estivi la scrittrice - detective fa capolino sulla ammiraglia della Rai. Nel pomeriggio ancora indagini, ma quelle condotte dal sorridente Terence Hill nei panni del rassicurante Don Matteo. E' poi la volta dell'Italia da spot del Mulino Bianco descritta in "Raccontami", guidata dalle (scarse) doti di Massimo Ghini.
Su Raidue, alta mattinata affidata a telefilm di seconda schiera, pomeriggio all'insegna del soprannaturale prima (Ghost Whisperer), delle indagini 'crucche' poi (Squadra Speciale Cobra 11), del western per finire (La signora del West).
Si distingue almeno Raitre, con una breve fascia 'eco-etologica' dopo il Tg dell 14.30 e con una programmazione dedicata ai ragazzini, comprensiva di programma sulla musica classica.
Il resto del palinsesto non sembra riservare sorprese: RaiUno si affida ad esempio alla stantia riproposizione del programma di prima mattina, affidata a Pierluigi Diaco (uno che nella vita è passato dal giornalista al conduttore televisivo, dall'esperto di tematiche giovanili al tuttologo da salotto, all'insegna del 'più mi riciclo, meglio sto'), e una giovane biondina della quale non ricordo il nome, che precedentemente conduceva programmi per bambini su RaiGulp.
Qualcosa di meglio si vede sugli altri canali del digitale terrestre, a essere onesti, ma l'impressione è che sulle reti principali continui a dominare una disarmante mancanza di idee, anzi uno svuotare di contenuti i palinsesti del tutto voluto.
E poi c'è tutta la questione del Mondiale, in occasione del quale certi limiti sono stati raggiunti e ampiamente superati.
Chiaramente, se includere o no le partite del Mondiale di Calcio nella categoria del 'servizio pubblico', è questione che compete alla sensibilità dei singoli; mi pare però che in questo caso la risposta debba essere affermativa, visto lo spazio che il 'giuoco del pallone' ha nella società italiana.
Ebbene: nell'anno in cui la Rai aumenta a due il numero dei canali dedicati allo sport sul digitale terrestre, la stessa Rai è scesa al minimo storico nel numero di partite trasmesse.
Una partita al giorno in diretta, il resto affidato a sintesi e 'hilights': non ci sarebbene mmeno nulla di male, intendiamoci. Il problema nasce nel momento in cui la Rai presenta questo come un servizio di primo livello. Prima è arrivato lo spot, decisamente comico, se non fosse quasi irridente, dei 'Mondiali gratis' (gratis lo saranno forse per chi evade il canone...).
A stretto giro di posta, è arrivato il martellare continuo, da parte dei conduttori delle trasmissioni dedicate al Mondiale, sul fatto che 'questi sono i Mondiali della Rai' e altri slogan simili: una situazione di fronte alla quale un qualsiasi abbonato Sky non può fare a meno di sganasciarsi dalle risate.
I conti, poi, tornano ancora di meno, quando si pensa alle risorse che comunque la Rai sta dedicando (sperperando?) per seguire il Mondiale in maniera così pedestre: un numero spropositato di inviati in Sudafrica, alcuni dei quali si limitano a confezionare un servizio di trenta secondi e un collegamento di un paio di minuti al giorno.
Trasmissioni interminabili incentrate praticamente sul nulla, infarcite di 'commentatori' e 'opinionisti' il cui unico compito appare essere quello di riempirsi la bocca di futili parole.
Per non parlare poi dell'idea surreale del collegamento con Piazza di Siena, con la 'strana coppia' Costanzo - Galeazzi, condotto da Paola Ferrari (che probabilmente, da conduttrice della Domenica Sportiva, ha preteso di prendere parte all'evento).
Per non parlare della quantità di telecronisti e commentatori tecnici mandati a seguire le partite, del tutto superflua, vista la miseria delle partite trasmesse in diretta dalla Rai.
Il risultato è che il tanto strombazzato 'Mondiale della Rai' è un più che altro un Mondiale 'ciarlato'...
C'è da chiedersi peraltro, se invece di buttare via i soldi per pagare tutta 'sta pletora di persone, non si sarebbe potuto trovare il modo di trasmettere il Mondiale in integrale almeno a partire dagli ottavi di finale (lo sarà, credo, a partire dai quarti).
Nel frattempo su Sky il Mondiale viene coperto in ogni suo aspetto, certo anche lì gli opinionisti abbondano, ma le chiacchiere sono un pallido contorno della mastodontica e debordante data dal gigante satellitare all'evento.
E'chiaro che gli spettatori Rai non sono scemi, e comprendono la differenza di risorse economiche dei due soggetti; altrettanto vero è però che non essendo scemi gli spettatori Rai si sentono presi lievemente in giro quando il servizio della Rai gli viene presentato come il migliore dei mondi possibili.

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