Cerca tra i 5478 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Mordecai Richler: "Solomon Gursky è stato qui"

Di: Marcello Berlich | 11/06/2010
Pubblicato nel 1989, uscito in Italia per la prima volta nel 2003 a cura della Adelphi, Solomon Gursky appartiene alla categoria delle grandi saghe familiari corali, sebbene il tema venga affrontato dallo scrittore ebraico - canadese Mordecai Richler (conosciuto da noi forse soprattutto per "La versione di Barney"), col suo solito stile, intriso di corrosivo sarcasmo.
La vicenda della famiglia Gursky viene raccontata lungo due secoli, utilizzando come perno centrale Moses Berger che, venuto a contattofin da ragazzino con la dinastia vedrà le proprie vicende personali intersercarsi più volte nel corso della ascesa, del trionfo e della decadenza del casato, dagli anni '50 alla fine degli anni '70.
Il racconto procede per flash-back e continuisalti temporali seguendo, quasi parallelamente la storia del capostipite, l'avventuriero Ephraim, vissuto a cavallo tra l'Inghilterra vittoriana e il Canada dei pionieri, e quella dei suoi tre nipoti, l'ambizioso ma 'grigio' Bernard, il remissivo e leale Morrie, il geniale e sregolato Solomon.
Proprio dalla storia di quest'ultimo, e sulla sua fine improvvisa, Moses viene affascinato e poi ossessionato, imbarcandosi nell'impresa di scrivere un libro sulla vita di Solomon che lo porterà a ricostruire tutte le alterne vicende della famiglia.
Questo è più o meno il canovaccio, oltre è il caso di non andare per non raccontare troppo; più utile è forse cercare di spiegare quanto il libro di Richler sia ricco, mescolando passaggi dickensiani, parentesi à la Jack London, sequenze che ricordano i fasti dell'america tra gli anni '30 e i '50 descritta nei libri di Fitzgerald e Sinclair Lewis, o nelle commedie sofisticate degli anni '50.
Il risultato è una narrazione rutilante che inanella uno dietro l'altro personaggi, episodi. 'scenografie', cambiando in continuazione ambientazione spaziale e temporale, inizialmente disorientando, ma ben presto rendendo affascinante la lettura, andando a comporre progressivamente un mosaico poliedrico nel quale ogni tassello procedendo con la lettura trova la sua giusta collocazione.
Finito di leggere, non si può fare a meno di rigustare certi passaggi, o riscoprire certi personaggi inizialmente presentati in modo vago, quasi sbadato, che nel dipanarsi della storia acquisiscono valore.
Un libro che insomma lascia soddisfatti, un 'pranzo letterario' ottimo e abbondante, viste le quasi 600 pagine di lunghezza.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST