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Supermassiccio

Di: Maurizio Nagni | 10/02/2010
    Metereologicamente parlando il ciclone iPad continua ad aggirarsi per il web. Comunque per chi non ha letto il blog della scorsa settimana, una parte delle mie argomentazioni a favore dell'iPad era che faceva convergere in un solo oggetto, strumenti che fino ad oggi erano state o disperse su più dispositivi (telefono, notebook, eReader). E fin qui è hardware (tra parentesi è per me un mistero come si possa tradurre in italiano la parola "hardware"....).

   Questa settimana la situazione si è ripetuta: ma nel software. Facebook, Twitter, YouTube, Picasa possono essere riassunti in una sola parola: "sharing". E condividere una notizia, un link, un video, una foto, un documento o più semplicemente un file, tutto questo, dicevo, viene fatto tramite una email (chiedo scusa a tutti quelli che hanno l'account su Facebook). Già da qualche settimana su Gmail (la posta di Google) è possibile chattare con un qualsiasi altro utente gmail con cui abbiamo avuto un contatto. Ma oggi (9 Febbraio 2010) c'è stato l'annuncio che Google ha lanciato Google Buzz, che in una sola applicazione riassume tutte le varie sfaccettature che può avere la condivisione di informazioni tramite conoscenti.

   Strategicamente c'è ben più della "minaccia per Facebook", c'è la minaccia per il dominatore incontrastato di molte realtà aziendali che è Microsoft SharePoint. Ma non voglio parlare di questo. Voglio però prendere l'occasione per ritornare sul concetto dei riunire servizi che prima erano distribuiti ma in questo caso c'è un particolare in più: da una parte ci semplifica la vita, dall'altra ci rende più paranoici per quanto riguarda la nostra vita privata. Il concetto di uomo medio come valutazione algebrico-sociologica delle sue pulsioni sta raggiungendo livelli di precisione che superano l'immaginazione. E' notizia di pochi giorni fa che la Pepsi non farà da sponsor al SuperBowl americano ed alcuni hanno già intravisto in questo un ulteriore segnale di uno spostamento della pubblicità dai media classici ad una modalità, vale a dire internet, che permette sia di avere un contatto uno-a-uno con lo spettatore sia di confezionare su misura per lui, una volta conosciuti i suoi "parametri", il messaggio pubblicitario. Ma non disperate perchè, una volta andata a regime, anche la televisione digitale, ma sopratutto quella interattiva, potrà portare nelle case un solo messaggio ma tuttavia personalizzato per ogni televisore che sarà acceso.

   Siamo entrati in una pericolosa forma di incaprettamento telematico dove per avere un servizio devi fornire i tuoi dati e puoi star ben certo che non verranno dimenticati: saranno altamente significativi per la tua persona e faranno media per quelli del tuo gruppo/i (che tu ovviamente non conosci ma a cui qualcuno, al 99% un impersonale programma di analisi, ti ha assegnato). Qui siamo lontani dalla Psicostoria di Asimov, dove il corso della storia poteva essere "condizionato" a patto di poter elaborare i dati di una quantità enorme di popolazione (distribuzione galattica, oviamente); qui stiamo parlando come una multinazionale possa con uno specifico programma di promozione arrivare a mostrare al signor Mario Rossi la macchina che preferisce, del colore che preferisce, con gli opzional che si aspetta.

   La fisica moderna non sa di preciso cosa accade quando un buco nero continua ad ammassare materia; diciamo che genericamente lo si chiama Supermassiccio. In questi, diciamo 30 anni, in cui il PC è entrato nelle case di tutti, non pochi monopoli sono nati, ma diversi hanno anche dovuto ridimensionarsi o addirittura sono morti. Google non sarà l'eccezione in tutto questo. Nel frattempo però meglio tenere la mente sveglia e gli occhi aperti.

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