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Di: Gianni Ciaccio | 14/01/2007

RICONOSCERE ALTRE FORME DI VITA è esercizio difficile.
Normalmente siamo più vicini ai nostri simili, in carattere, abitudini, divertimenti e un po' più lontani da coloro che non condividiamo in quelle ed altre scelte.
Figuriamoci quando si parla di altre forme viventi come le VEGETALI od anche altre ANIMALI. Per chi se lo fosse dimenticato l'uomo è un animale. E non possiamo accamparla come scusa: gli animali non umani sono spesso migliori. Un banale modo di dire? Forse, ma almeno loro uccidono per mangiare o poco più.

AGIRE ORA ci informa su alcune ricerche nell'ambito della sperimentazione animale pubblicate dal British Medical Journal
Nel dicembre 2006 e' stato pubblicato l'articolo "Confronto degli effetti delle cure provate su animali e clinicamente: una revisione sistematica". Gli autori hanno trovato ampie discordanze di risultati tra le prove su animali e quelle su umani, e nella conclusione affermano "I risultati discordanti tra gli studi su animali e quelli su umani possono essere dovuti o a bias (convinzioni a priori che portano alla distorsione dei risultati) o all'incapacita' dei modelli animali di riprodurre le malattie cliniche in modo adeguato".
L'obiettivo dei ricercatori e' stato quello di "esaminare la concordanza tra gli effetti delle cure negli esperimenti sugli animali e nei test clinici". Infatti, l'utilizzo di animali come "modello" per le malattie umane e' una prassi che si fa "per tradizione", ma che non ha mai subito un reale processo di convalida
Gli autori affermano "La nostra revisione sistematica fornisce indicazioni sulla limitatezza dei modelli animali, e sulla loro incapacita' di rappresentare le corrispondenti malattie negli umani". I risultati nei sei casi esaminati (per ciascun caso sono stati esaminati molti articoli della letteratura scientifica) sono stati vari: in tre casi ci sono stati risultati simili, in altri tre casi no.
I ricercatori rilevano anche la mancanza di comunicazione tra chi fa ricerca su animali e chi fa ricerca clinica".
In sostanza, quindi, ognuno va per la sua strada: chi compie la vera ricerca, quella clinica, che, assieme a quella epidemiologica, fa avanzare la scienza, non prende in considerazione i risultati ottenuti su animali, il che e' giusto, perche' potrebbero essere fuorvianti, ma allora, PERCHE' fare questi esperimenti?
Perche' cosi' si usa, perche' vengono raramente messi in discussione, perche' ottengono piu' fondi della ricerca clinica, perche' sono piu' facili da portare avanti (meglio gestire una gabbietta di topi che aver a che fare con persone, che necessitano di spiegazioni, cure, interazioni, ecc.), sono piu' veloci e vengono pubblicati allo stesso modo!

Conseguentemente ecco che Agire Ora ci indica una strada percorribile: Una nuova CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIVISEZIONE con la revisione della Direttiva 86/609/CEE relativa alla "protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali e per altri scopi scientifici", in programma nei prossimi mesi al Parlamento Europeo.
La Direttiva 86/609/CEE regolamenta l'utilizzo degli animali da laboratorio nell'UE.
L'iniziativa e' promossa dal Dr Hadwen Trust for Humane Research (Fondazione Dr. Hadwen per una Ricerca Umanitaria, inglese), appoggiato da vari gruppi per la protezione di animali e consumatori di tutta Europa
Lo strumento principale attraverso il quale i singoli cittadini europei possono sostenere la campagna e' una petizione lanciata in tutta Europa, che si puo' firmare on-line oppure su carta.

Mi fermo qui.Chi volesse saperne di più clicchi qui,
A tutti invece invito a scrivere alla redazione per segnalare fatti ed iniziative da inserire nel PRIMO PIANO.


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