,
candidatura che verrà proposta nel Febbraio di quest’anno, non è
ancora molto pubblicizzata per ora... almeno non dai media italiani,
faremo quindi una breve carrellata per riassumere l’origine, il
percorso e le motivazioni di questa ‘impresa’.
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Lo
slogan è “
INTERNET
FOR PEACE†e l’iniziativa parte dalla rivista
WIRED,
un mensile edito negli Stati Uniti, dove nasce nel 1993, estendendosi
poi nel
Regno
Unito e dal 2009 anche in
Italia.
Il
periodico in questione tratta temi tecnologici, ma anche dell’impatto
di questi nella cultura e nei sistemi di vita, di un’era sempre
più immersa nel virtuale, quindi affronta anche una realtÃ
sociologica e culturale in mutazione, dove l’interazione tra uomo e
tecnologia è sempre più pregnante in molti campi.
Per
quanto riguarda l’Italia, il viaggio promozionale è partito da
Milano il 20 Novembre dello scorso anno al ‘
Piccolo
Teatro Studio’ nell’ambito di “
Science
for Peace Liveâ€. Presenti i tre direttori di Wired,
lo statunitense Chris Anderson, che lo vede in questa veste dalla
fondazione, David Rowan per la Gran Bretagna e Riccardo Luna per
l’Italia.
All’iniziativa
collabora anche
YouTube,
che ha lanciato un concorso per selezionare i video più
rappresentativi per promozionare il progetto di
Internet
for Peace, tra quanti invieranno il proprio. Il
concorso è aperto a tutti.
Recentemente
Nicholas
Negroponte, co-fondatore e presidente di
Medialab
presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology), fondatore e
presidente di
One
Laptop per Child e naturalmente co-fondatore di
Wired,
ha accettato ben volentieri il ruolo di testimonial di “Internet
for Peaceâ€. La sua convinzione è che Internet sia un’arma di
costruzione di massa e che sia e debba essere il mezzo di
comunicazione, per tutti e per tutto, per diffondere cultura e
conoscenza, ma anche per una visione di democrazia, discernimento di
pensiero, confronto e contatto in tempo reale, per i popoli di tutto
il mondo, insomma uno scambio continuo di dati a qualunque livello di
interesse. Secondo quanto dichiara Negroponte, Internet meriterebbe
il Nobel molto più di Barack Obama.
Negroponte,
in occasione della sua partecipazione alla 5° Edizione del “
Festival
della Scienza†che si è recentemente tenuto
all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha anche incontrato il
Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, per ottenere
un appoggio all’iniziativa e ribadendo “... la necessità di
tenere alta la guardia contro la censura in Internetâ€.
Il
segretario di stato USA,
Hillary
Clinton, ha parallelamente fatto delle dichiarazioni
sul ruolo di Internet e della sua potenzialità democratica che ben
si sposano con l’iniziativa in questione, pur senza pubblicizzarla
in tal senso, ma appoggiando Internet “...come luogo per eccellenza
della libertà d'espressione, dove la censura non può essere
tollerataâ€. La Clinton sostiene anche che Internet non necessita di
censura, come in alcuni Paesi viene praticata, ma di sicurezza, si,
proprio perché, per la libertà d’uso, si deve far fronte
all’utilizzo del mezzo Internet da parte di terroristi e criminali
di vario genere.
Quindi
Internet viene indicato come
strumento di pace e foriero di
democrazia perché garantisce la percezione del pensiero mondiale o
meglio della pluralità di questo, a livello globale.
Per concludere, tutto quello che abbiamo scritto finora in questo spazio
e come noi tanti altri sul web riguardo a questo argomento, può
essere una conferma della potenzialità di Internet e della sua
libertà di uso ed espressione, ma abbiamo i nostri dubbi che possa
essere uno strumento di pace, lo si può definire senz’altro un
mezzo democratico, ma se pensiamo che gli Stati Uniti hanno
belligerato impunemente in nome della democrazia e dell’esportazione
di questa, significa anche che per “democraziaâ€, non si può
automaticamente intendere “paceâ€. Il ruolo di Internet come
“strumento democratico†è evidente soprattutto laddove viene
oscurato e/o filtrato, per il pericolo di perdere potere di controllo
sulla massa con la libera circolazione di idee e notizie e questo non
succede solo in stati dittatoriali, ma anche in quelle nazioni che si
dichiarano democrazie, come la Cina o l’Iran. Internet è sinonimo
di democrazia, ma democrazia, non è sinonimo di pace e tutte e due a
volte non sono neanche sinonimi di libertà .
In
chiusura ricordiamo che l’Organizzazione
Human
Rights Watch, nel suo
rapporto
del 2010, ha incluso l’Italia come nazione che
tramite leggi e media sta instaurando un clima di intolleranza e
razzismo, non a caso si sta tentando in più occasioni, da parte del
governo italiano, l’inserimento di filtri a dir poco discutibili,
per il controllo della Rete Internet e ripetuti tentativi di
demonizzare i social network.