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Schemi, reti e tele di ragno

Di: Rossella Postorino | 22/01/2010
Lo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2007/65/CE sui servizi di media audiovisivi proposto dal Vice Ministro del Ministero dello Sviluppo Economico Paolo Romani, agli occhi dell’opposizione, rappresenterebbe una eccessiva applicazione del totale recepimento della Direttiva Comunitaria Europea (DCE). Il Vice Ministro, tuttavia, definisce inevitabile questo ‘totale recepimento’...
In questa situazione si può scorgere un parallelo con la vicenda subita da Europa 7.
Infatti il grave ritardo di attuazione della DCE e la successiva, difettosa assegnazione di un canale VHF problematico ed insufficiente per la reale copertura del territorio nazionale, sono stati un danno economico considerevole, per questa emittente.
Questa diversa scelta di applicazione delle Direttive Comunitarie Europee sul cosiddetto rispetto normativo totale al quale si appella il Vice Ministro Romani per difendere il suo attuale schema di legge, nell’attualità fa’ quanto meno sospettare un vantaggio per Mediaset a scapito di Sky e nelle passate vicende di Europa 7, un abuso, che vide la totale indifferenza applicativa della DCE. In pratica, due pesi, due misure.
Le DCE, sono applicate, nella tempistica e nella totalità, a seconda della convenienza e Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Partito Democratico, esprime i suoi dubbi a gran voce sulla modalità con cui viene gestita la vicenda di questo decreto legislativo, anche perché sostiene che il Vice Ministro “... si accinge a modificare una parte rilevante della normativa su tv e internet senza alcun coinvolgimento del Parlamento.”.
Quindi non ultima la questione che con questo schema di decreto legislativo, si dovrebbe disciplinare il traffico ed i contenuti sul web.
Anche perché, è pur vero che nella Direttiva Europea si esige una tutela, ad esempio, del diritto d’autore, una tutela dei minori, il divieto di incitamento all’odio basato su razza, sesso, religione o nazionalità e tutti quei provvedimenti necessari, in particolare, per l’opera di prevenzione, investigazione, individuazione e perseguimento di reati di pirateria informatica, per i quali si dà mandato agli stati comunitari di adeguare le leggi commisurandole alla natura della violazione, ma, da una Raccomandazione del Parlamento Europeo, scaturisce anche l’esigenza di una salvaguardia da nuove forme di controllo e censura per la libertà, perché l'espressione di convinzioni politiche controverse su Internet, non sia perseguita penalmente, perché si tuteli la vita privata degli utilizzatori di Internet e perché si garantisca quindi “Attenzione costante alla protezione assoluta e ad una maggiore promozione delle libertà fondamentali su Internet”.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sarà l’organo di controllo dei contenuti on line e il Ministero dello Sviluppo Economico si occuperà della concessione di autorizzazioni alla pubblicazione di materiale audio-video sul web .
Come andrà a finire tutto ciò?
Il testo del decreto legge sta viaggiando verso la data del 26 Gennaio per essere sottoposto all’attenzione delle commissioni parlamentari e poi verso il varo del Consiglio dei Ministri, decreto legge che sconvolgerà le attuali norme televisive, naturalmente con la consueta tecnica governativa del “... me la suono e me la canto...” senza nessuno studio o discussione col resto del parlamento. D’altronde la maggioranza degli elettori ha democraticamente scelto, di cosa dovremmo preoccuparci?
Non ci si deve preoccupare, saremo iperprotetti e ipercontrollati e visto che nulla nel recente passato ci ha fatto pensare ad un possibile bavaglio della rete, possiamo dormire sonni tranquilli... forse senza sogni, ma tranquilli.



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