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ROSARNO, ITALIA

Di: Marcello Berlich | 11/01/2010
Insomma, alla fine viene pure da pensare che, quando il casino scoppia, dove scoppia? Non al nord, governato dai 'leghisti razzisti e xenofobi', ma nel profondo sud... probabilmente perché alla fine l'industrialotto veneto che vota Lega all'extracomunitario regolare gli dà pure il lavoro... allora, è una questione di 'benessere'? O di razzismo? O di 'Ndrangheta?
Ma cosa è successo, a Rosarno? Due immigrati vengono presi a fucilate (a pallini), da qui scoppia una sorta di ribellione in stile banlieu francesi. Gli abitanti di Rosarno, a quanto si è capito, restano basiti, di fronte a un'ondata di violenza che pare non abbia risparmiato nemmeno donne (anche incinta) e bambini. La reazione è stata: "ma come, noi vi abbiamo sempre trattato bene, mai fatto nulla di male, e voi ci fate questo?": così, scoppia la controffensiva.
In questi giorni si è sentito di tutto: è  stata una 'guerriglia tra poveri'? Ma su che basi? C'era un conflitto sociale esplicito o latente a Rosarno? È una polveriera che alla fine è esplosa, grazie a una miccia razzista? Ma c'era del razzismo a Rosarno, una situazione di tensione destinata prima poi a scoppiare? Oppure c'è di mezzo la 'Ndrangheta? Perché nonostante da molti sia stato escluso, sembra quanto meno singolare che a pochi giorni dalla bomba a Reggio, scoppi (in maniera del tutto inattesa) una cosa del genere: e se la malavita avesse voluto mandare un ennesimo messaggio, del tipo:  "qui il territorio lo controlliamo noi, se vogliamo, siamo capaci di far scoppiare una mezza guerra civile"?

Ma che è successo, a Rosarno? Ieri si vedevano queste scene di cittadini del luogo che pagavano l'ultimo stipendio ai lavoratori immigrati in partenza, abbracci, saluti in lacrime... non sembrava affatto un luogo di conflitto sociale.
Non so, a me la motivazione delle 'persone ridotte a vivere come schiavi', non basta: chiaramente non giustifico quella situazione, dico anch'io che le cose dovrebbero andare in maniera diversa, mi accodo anche io al coro di coloro che puntano il dito contro l'assenza dello Stato e contro la tolleranza non degli immigrati, ma di certe situazioni di illegalità (fino alla schiavitù) che prosperano sotto gli occhi di tutti senza che si riesca a  contrastarle efficacemente. Tutto giusto, ma mi chiedo perché a Rosarno e perché adesso.
Mi chiedo perché gli immigrati abbiano dato l'assalto a tutto ciò che gli è capitato a tiro, incluse donne e bambini, suscitando  così la reazione virulenta degli abitanti del luogo. C'è qualcosa che non va, che non funziona.
Senz'altro alla base c'è un problema di gestione dei flussi migratori, di incapacità della politica italiana di mediare tra un buonismo senza se e senza ma (alimentato anche dalla Chiesa) e una gretta intransigenza dal sapore razzista incrociata con metodi da burocrazia sovietica (il caso dell'immigrato clandestino in partenza per tornare al suo Paese che qualche giorno fa è stato arrestato a Fiumicino per poi essere comunque espulso è lampante).
Ci sarà una via di mezzo, che includa anche una lotta senza quartiere al lavoro illegale e alla schiavitù... esiste sicuramente, ma probabilmente non la si percorre, perchè quando poi ci va di mezzo la politica, tutto viene strumentalizzato, ed è più facile prendere la strada dei provvedimenti 'ad effetto', disegnati più per impressionare gli elettori, che per risolvere i problemi (come avviene poi anche in altri campi del 'vivere comune').
Al di là di tutto, quello che è successo a Rosarno resta per molti versi incomprensibile. Quello della 'dietrologia' è un gioco tipicamente nostrano, però l'impressione che non tutto dipenda dalla pura e semplice esasperazione resta.

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