Cerca tra i 5477 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

TELEINTERVISTATORI

Di: Marcello Berlich | 23/11/2009
L'intervista al 'prestigioso ospite' fa parte della televisione più o meno dalla sua nascita: per anni, la formula è stata quella del breve spazio all'interno dei contenitori serali e televisivi; l'avvento dei talk-show l'ha trasformata in 'chiacchierata a più voci'; infine da qualche anno a questa parte, mutuando tipici modelli di oltreoceano, anche qui da noi si sono affermati i 'programmi di interviste': tre - quattro ospiti al massimo per trasmissioni più snelle, adatte al pre-serale o alla seconda serata.
L'esito naturalmente dipende in gran parte dallo stile e dall'attitudine del conduttore: "se non vuoi risposte stupide, non fare domande stupide"...l'illustre ospite sta lì, il risultato è nelle mani di chi lo intervista: per intenderci, anche l'intervista all'ultimo fuoriuscito da un reality di terza categoria può trasformarsi in un pezzo da antologia del piccolo schermo.
I personaggi intervistati sono sempre abbastanza noti, comunque, provenienti dai 'soliti ambiti': politico - culturale -sportivo.
L'intervista può essere 'di occasione' (uscita di libro - film - disco) o, all'estremo opposto, motivata proprio da una prolungata assenza dal video e dai giornali.
Il genere in Italia ha visto per lungo tempo imperare Fazio (anche se forse il vero iniziatore è stato da un certo punto di vista Marzullo...) ; vi sono stati i tentativi (finiti male) di Luttazzi, poi sono arrivati Bonolis,la Bignardi e la Dandini, buon ultimo Antonello Piroso su LA7, ognuno col suo stile e il suo atteggiamento: facciamo una breve carrellata.

Fabio Fazio si atteggia nei confronti dei suoi ospiti a seconda del livello di familiarità: se l'ospite è di una certa caratura, utilizza il lei e si pone nei suoi confronti con rispetto, a tratti sforando nell'adulazione. L'atteggiamento è quello del bambino ubbidiente e ossequioso (ai limiti dell'untuosità); quando il minor rango o il rapporto di amicizia lo permette, utilizza una maggiore colloquialità.
Nell'uno e nell'altro caso, ricorrono due tipi di atteggiamento: quello del (falso) ingenuo e quello del 'bambino buono che ne sta per combinare una'; entrambi vorrebbero essere finalizzati a un esito graffiante, che poi però si risolve quasi sempre nella innocua zampata di un gattino spaurito... Del resto Fazio non ha quasi mai bisogno di essere graffiante: i suoi invitati sono sempre persone che riscuotono il suo favore, la sua ammirazione (o adulazione) o la sua amicizia.

Daria Bignardi si è specializzata nell'invitare personaggi 'eccentrici', non nel senso di bizzarri, ma di (teoricamente) poco omologati: anche qui c'è la differenza tra 'amici' e 'non'. Nel primo caso, la Bignardi utilizza un'attitudine da tè pomeridiano, nel secondo tende spesso a sfoderare un atteggiamento un pò snob, sottilmente elitario: qualche anno fa lo si sarebbe potuto definire 'da prima della classe'; oggi l'età non permette più di poter definire così la Bignardi, che quindi può essere inquadrata in certe situazioni come una 'assistente universitaria particolarmente antipatica'.
Rispetto a Fazio, la Bignardi appare sforzarsi maggiormente di invitare anche personaggi coi quali vi è la possibilità di entrare in conflitto; talvolta (come nel caso di Brunetta, o della Carfagna) il conflitto esplode, più spesso si resta nei ranghi.

La Dandini rappresenta invece la sublimazione del salotto: il titolo del programma "Parla con me" richiama già un'atmosfera intima, le interviste si svolgono su un divano e la Dandini, che come Fazio chiama sempre o quasi amici suoi o sue 'figure di riferimento culturali', inscena delle interviste all'insegna della melassa più totale...

A Paolo Bonolis va invece dato atto di aver cercato, almeno, di inventarsi qualcosa di nuovo: con l'intervista fotografica si colgono due piccioni con una fava, evitando di porre domande stupide e mettendo tutto nelle mani e nel mood del momento dell'ospite.
L'atmosfera diventa quella dello studio di uno psicanalista, le foto hanno la funzione delle macchie di Rorscach, e ingenere l'invitato di turno finisce sempre per dire qualcosa di sé prima poco noto. Anche Bonolis alterna 'tu' e 'lei' a seconda dell'ospite, ma anche nelle occasioni più colloquiali resta una certa compostezza di modi, non si scade mai nell'atmosfera da 'panino alla mortadella e bicchier di vino' fin troppo spesso proposto dalla Dandini.

Antonello Piroso, infine: è l'unico che ai suoi ospiti dà sempre e sistematicamente del lei, anche quando sono amici suoi: si può anche pensare che sia un vezzo, o una lieve ipocrisia, ma in un mondo televisivo (e non solo) dove tutti ormai si danno del tu, la scelta di ristabilire una 'giusta distanza' non può che essere apprezzabile, a prescindere dalle motivazioni.
Piroso ha utilizzato la stessa idea di Bonolis, corredando le foto con due righe di testo e avendo poi una parte più attiva, a volte incalzando anche leggermente l'interlocutore, quando intravede uno 'spazio' per metterlo in difficoltà...

Come abbiamo visto, dunque, ognuno ha i suoi modi e il suo stile.
Il problema, è che sono tutti accomunati da una caratteristica: mancano tutti di mordente, di coraggio. Gli 'illustri ospiti' restano sempre tali, 'illustri' e dunque sollevati dalla massa: nessuno cerca di 'riportarli a quote più normali', di metterne in mostra debolezze e (magari) miserie. Qando questo succede, è più o meno casuale, non certo nelle intenzioni di partenza.
Nella televisione italiana manca qualcuno che prenda il vip di turno e lo metta in mutande... (guarda caso però in molti programmi non ci si fa scrupolo di prendere la 'gente comune' e demolirla, mettendone in piazza i fatti privati...).
Ci provano, talvolta, le 'Iene'; ci ha provato Luttazzi, ma si è visto come è finita (e lui ci ha messo del suo, finendo sempre per cedere alla sua indole da 'bambino che bestemmia in chiesa').
Insomma, Tizio resta un grande scrittore, Caio un uomo di potere, Sempronia una pregevole cantante: mai che si faccia balenare nella mente dello spettatore il fatto che magari Tizio si esibisca in rutti da antologia dopo pranzo o che Sempronia emetta sul palco forti e squassanti peti...
Tra gli italici esponenti del genere 'intervista televisiva' non ve n'è uno che 'azzanni il suo ospite alla giugulare' e non molli la presa prima di fare uscire il 'piccolo uomo' che è il lui: restano tutti modelli irrangiungibili, insomma.
I motivi possono essere tanti: l'impressione resta che più che 'non potere' (sebbene anche questa è una motivazione plausibile, nella tv di oggi), qualcuno 'non voglia' per non avere problemi. Lo stesso Fazio, talvolta, di fronte a certe uscite estreme di alcuni ospiti, ama paventare ironicamente (ma non troppo) che 'stiamo attenti sennò mi cacciano'. Insomma, la poltrona, il microfono e il posto fisso prima di tutto.
C'è qualcuno in Italia che possa uscire dal recinto? Non mi pare, forse giusto Fiorello, se decidesse di provarci... ci provò anche Funari, in realtà, ma i tempi non erano ancora maturi e lui era -come sempre - troppo in anticipo...
In tutti i casi, resta un fatto: tutti i pregiati esponenti italiani del genere intervista vengono spesso paragonati a Letterman (magari nei loro sogni loro stessi pensano di esserne degli epigoni...).
Resta un piccolo particolare: Letterman è uno che si permette di prendere per i fondelli in diretta nazionale il Presidente degli USA; in Italia, credo che certi presentatori non si azzarderebbero a fare la stessa cosa nemmeno nei confronti di un Gasparri o di un Ferrero qualunque...

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST