Cerca tra i 5480 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Tom&Jerry

Di: Maurizio Nagni | 14/10/2009
Leggevo su internet un interessante articolo riguardante il giornalismo musicale. In breve si affermava che il giornalismo musicale stampato stava perdendo colpi rispetto a quello piu' veloce e interattivo reperibile con una semplice ricerca su un motore di ricerca. Nello stesso tempo però proprio per salvare i giornalisti, si invitava le redazioni ad usare di più il mezzo elettronico ed in particolar modo ci si augurava che in un prossimo futuro un "magico portale" potesse unire recensioni, commenti sulle recensioni, vendita on line. Un sito che per esempio che sia un Pitchfork, oppure una Lala, oppure un MBVMusic, all'ennesima potenza.

Avere un database che collega giornalista, artista, album, canzone e chi più ne ha più ne metta è una classica idea che può portare ad un mare di traffico (internet, chiaramente). In fondo vista la produzione sterminata a volte e' effettivamente difficile trovare la chicca. Dovrebbe, però essere evidente come raccogliere le recensioni non significhi fare informazione, analizzare un fatto, ma semplicemente concentrare in un punto quello che prima era disperso. Ma disperso per chi?

La dimensione globale e illimitata delle informazioni in Internet può anche dare alla testa, cosa che viene amplificata dai motori di ricerca.

Ma è la dimensione locale che non deve essere dimenticata a scapito della valanga di informazioni. La scrematura delle notizie che a livello locale può essere fatta è essenziale per non perdersi nella rete. Localmente, nelle miriadi di sfumature della propria lingua, un sito come RadioRock.to può fare la differenza tra subire l'informazione ed interagire con essa: e scusate la modestia.

Mi piace pensare che anche se Google dovesse diventare sempre più fonte di ricerca, anche se Amazon sempre più monopolio della carta stampata, Facebook regno dei rapporti interpersonali, e chi più ne ha più ne metta, che anche se tutte queste cose si avvereranno, vorrei (vorremmo) lavorare affinchè chi segue RadioRock.to abbia il piacere di interagire con i podcaster, con questi blog e con tutte le novità che potranno arrivare in futuro. Se catalogare e/o recensire tutto è un impresa ciclopica per una manciata di, permettetemi il termine, artigiani come noi, scovare, trasmettere, recensire senza sconti per nessuno e' possibile ed è quello che vorremmo farvi arrivare; se come conseguenza arrivano delle critiche, ogni critica è la benvenuta perchè le semplice statistiche del sito non possono darci l'umanità che voi con un messaggio sul Guestbook, su Facebook, su un podcast o su questi blog potete darci.

Ed è questa l'enorme differenza tra raccogliere informazioni ed essere disposti a presentarle in prima persona, con te che leggi, per esempio. Una cosa non troppo lontana dalle chiacchiere tra conoscenti, amici, appassionati di musica ma nemmeno troppo vicina al dilettantismo; due chiacchiere come magari potrebbe fare Frank Zappa, per esempio.....


Fu nel 1967, un giorno che ero al Manny's Musical Intruments di New York mentre fuori pioveva, che incontrai un tipo minuto, bagnatissimo. Si presentò, era Paul Simon. Disse che quella sera voleva invitarmi a cena a casa sua e mi lascia l'indirizzo. Promisi che sarai andato.
A casa sua lo trovai carponi davanti a quello che doveva essere uno stereo Magnavox, lo stesso che "Il Ballerino" del Sun Village amava tanto. Teneva l'orecchio attaccato alla cassa e stava ascoltando un disco di Django Reinhardt. Poco dopo, senza motivo apparente, annuncio' che era seccato poichè quell'anno aveva dovuto pagare 600.000 dollari di tasse. L'informazione non richiesta mi fece pensare a cosa avrei dato per INCASSARE 600.000 dollari. Quanto dovevi guadagnare per pagare tante tasse? Poi arrivò Art Garfunkel e iniziammo a parlare. Era tanto tempo che non suonavano dal vivo e stavano parlando dei bei tempi. Non capii subito che una volta si chiamavano Tom&Jerry e che avevano avuto successo con Hey, schoolgirl in the second row, così la buttai lì: "Be', posso capire il vostro desiderio di tornare a suonare dal vivo. Vi faccio un offerta... Domani sera suoniamo a Buffalo; perché non venite lì e ci fate da spalla come Tom&Jerry? Non lo dirò a nessuno. Prendete la votra roba, uscite sul palco e cantate Hey, schoolgirl in the second row o comunque solo roba vechia, niente SIMON&GARFUNKEL". L'idea piacque molto, promisero che sarebbero venuti.
Aprirono il concerto come Tom&Jerry, poi noi suonammo il nostro repertorio e, una volta ai bis, annunciai al pubblico: "Vorrei fare uscire di nuovo i nostri amici". Uscirono e fecero Sound of Silence a quel punto tutti capirono che trattava degli unici, irripetibili, magnifici, SIMON&GARFUNKEL.
Dopo il concerto, mentre andavo via, una donna educata mi apostrofò: "Perchè l'hai fatto? perchè hai preso in giro SIMON&GARFUNKEL?", come se avessi fatto uno scherzo crudele. Ma cosa cazzo credeva che fosse successo? Che quelle due STELLE fossero capitate li per caso e che noi li avessimo COSTRETTI a cantare OOO-BOPPA-LULLU-BA'-LEI-E' MIA!?


"Frank Zappa - L'autobiografia"

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST