Corri Bruce, corri, non ti fermare....
Auguri Bruce! Sessant'anni, e non sentirli. Stavo riguardando proprio ieri il dvd "Wings For Wheels" contenuto nel bellissimo cofanetto uscito nel 2005 in occasione del trentennale di "Born To Run"; un concerto registrato all'Hammersmith Odeon di Londra nel 1975 ed unico documento visivo dei primi 25 anni di carriera di Bruce. E poi, ancora negli occhi, il fantastico concerto del 19 luglio scorso allo Stadio Olimpico di Roma. In mezzo ci sono 34 anni di militanza, alcuni vissuti anche pericolosamente.
Il 1975 fu un anno magico per Springsteen, fortemente puntato alla conquista del mondo, con la E Street Band che si presentava in Europa con tre nuovi membri (tuttora in formazione): Max Weinberg alla batteria, il professore Roy Bittan alle tastiere (vero mago degli arrangiamenti delle sue canzoni) e Steve Van Zandt (Little Steven) alla seconda chitarra. Born To Run è il disco dei dischi, capolavoro assoluto nella sua discografia e album ispirato come pochi altri nella storia del rock and roll. Il nuovo Dylan, il poeta della strada, si scriveva all’epoca (Time Magazine). A risentirli oggi, i primi albums, mi fanno uno strano effetto, personalmente ci trovo più riferimenti e ammiccamenti alla soul music che al rock. È proprio con Born to Run che Bruce mette le carte in tavola con quella sequenza iniziale di Thunder Road, Night e Backstreets che già da sola lo consegna alla Hall Of Fame. Quei testi poi, che odorano di periferia, di strade deserte, di amori fugaci, di amicizia, di tradimenti, di frontiera. È incredibile assistere, durante la visione del dvd, a quanta innocenza e determinazione avesse Springsteen nel tentativo di raggiungere il suo obiettivo. Una insana follia giovanile, forse. Ma anche la consapevolezza della sua forza, del suo candore nel raccontare storie di disperazione quotidiana sorrette da una musica trionfale. Fateci caso, ogni brano di Born To Run ha un suo intro epico, per poi (a volte) raggomitolarsi nella sua intimità (Night, Backstreets) oppure esplodere nella sua grande maestosità (Tenth Avenue Freeze Out, la stessa Born To Run). Ore ed ore di sessions discografiche, questo si vede nel secondo dvd, con la band stremata forse convinta di aver dato il massimo fino a quel momento e lui che candidamente urla: "Ancora!".
Oggi Bruce compie 60 anni, ma è come se ne avesse 30. Lui che ha cominciato a strimpellare la chitarra a 7, con lo sguardo complice della mamma e quello rabberciato del papà che magari presagiva per lui una carriera da avvocato. Bruce è e rimane in assoluto l'essenza del rock and roll, fonte alla quale si è ispirato sin dai suoi inizi, con continui riferimenti ai Creedence, a Mitch Ryder, ai soulmen più amati da lui e dai suoi fans. Assistere ad un suo concerto è sempre un evento, sai che in quelle tre ore ti passeranno davanti agli occhi 50 anni di musica moderna, alla grande e con tanta energia. Al suo concerto di Roma, a non più di tre metri dal sottoscritto, c'era seduto Roberto Maroni, che si proclama da sempre suo fan. Dice Maroni che senza il suo intervento il concerto all'Olimpico non si sarebbe tenuto. Chissà se ha mai letto il testo di Johnny 99, una canzone che parla di un operaio che perde il suo lavoro, non può più pagare il mutuo, così prende un fucile in mano e spara. Per poi spiegare al giudice che a mettergli l'arma in mano non è stato solo la perdita del lavoro e della casa ma le idee che quel disastro gli aveva fatto venire in testa. "Avevo debiti che nessun uomo onesto può ripagare!", urla Johnny 99.