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Borsh: burocrati, pecorelle e palafitte

Di: Maurizio Nagni | 25/09/2009
Il borsh è una zuppa tradizionale russa, un po' come il nostro minestrone; a volte lo fai perchè ne hai voglia, altre volte perchè sei costretto a cucinare le verdure prima che vadano a male. Per le notizie a volte succede la stessa cosa: le trovi sul tavolo oppure sul browser ma magari non hai il tempo per cucinarle come vorresti e allora....... per questa volta vi offro un borsh!

Tanto per dar forza all'argomento del post precedente, ovvero come le major raschiano il barile invece di farsi venire idee nuove o addirittura (!!) cercare talenti, mi giunge la notizia che le associazioni dei distributori musicali americani, nel tentativo di continuare a mungere il mercato oltre i limiti della decenza, richiedono:
  1. pagamento delle royalties per ogni forma di streaming su internet (audio/video)
  2. pagamento delle royalties per i 30 secondi del pre-ascolto di un brano
Con il primo punto l'industria discografica vuole far passare il concetto che lo streaming è assimilabile ad una "performance" e per questo deve essere sottoposta allo stesso regime mentre attualmente solo l'acquisto del brano o del video è sottoposto alle royalties. Con il secondo si vuole semplicemente strafare e raschiare ogni centesimo disponibile (per il famoso piatto di lenticchie di cui si scherzava qualche blog fa).

Ma anche da noi non si scherza, anzi internet diventa sempre argomento di attacchi, tipo gli ultimi due progetti di legge di Luca Barbareschi e della Carlucci (non ancora paga della figuraccia davanti a vari premi nobel per la fisica). Ma è l'avvocato Pecorella che in questo momento mi preoccupa di più:
(Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47). 1. All’articolo 1 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e aggiunto, in fine, il seguente comma: «Le disposizioni della presente legge si applicano, altresı, ai siti internet aventi natura editoriale».
vale a dire che ogni blog, se il disegno passasse, sarebbe sottoposto in pieno a tutti i doveri di un giornale (qui c'è un buon resoconto del progetto). Come a dire "visto che ormai giornali e televisioni ce le le abbiamo, dobbiamo azzittire la rete". Chiaramente il PD non lascia il governo da solo su questo argomento, mentre a difesa della libertà della rete l'on Reguzzoni (Lega Nord!!!) si domanda ("sfortunatamente" non memore dello squallido gioco messo proprio su Facebook dal figlio del suo datore di lavoro)Facebook: account inspiegabilmente cancellati (mettendosi successivamente alla difesa delle Palafitte Lombarde).

Non serve essere d'accordo con la missione (la guerra) in Afganistan per salutare i soldati italiani morti pochi giorni fa. Può essere invece utile dimostrare di non essere d'accordo con la missione in modo da far tornare in Italia i nostri militari impegnati in tutte quelle missioni NATO che nulla hanno a che fare con le necessità della popolazione locale; ma questa e' una cosa da fare a funerale concluso. Forse non è di buon gusto concludere così, ma mi piacerebbe che qualcuno, adesso, potesse farsi un'analisi di coscienza e per capire che un funerale di stato come, giustamente, dato a chi in rappresentanza del paese e' morto, non può essere autorizzato come un concerto in piazza: spiacente Mike.

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