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The Beatles revival

Di: Maurizio Nagni | 05/09/2009
La prossima settimana tenetevi pronti. Il 9 Settembre anche presentato dai più cool come 09-09-09, si avvicina! Prendendo spunto dalle ultime parole di Revolution 9 ("number nine, number nine, number nine") i Beatles, o quel che ne rimane ci praparano ad una giornata di passione (nel senso religioso del termine).
Che succede in quella data? Succede che:
  • sarà rilasciata una nuova versione dell'opera omnia dei Beatles: tutti i 13 album originali, già rilasciati in CD nel 1987, in una nuova versione rimasterizzata (e che lo dico a fare), già in prevendita (venghino siore e siori) alla modica cifra di 180$ su Amazon.
  • nell'ormai classico Apple September music event Steve Jobs, o chi per lui, presenterà tutta una nuova serie di iPod, tra cui qualcuno scommette (viste le notizie abilmente fatte circolare ma mai confermate) su un YellowSubmarine iPod (dopo la precedente versione U2).
  • verrà rilasciato il videogioco The Beatles: Rock band (a Marzo l'annuncio a Giugno la promozione in grande stile)
  • celebrazioni nei musei

Premesso che amo i Beatles, tuttavia penso ancora che non si dovrebbe continuare a riscaldare una minestra che comunque è buona anche fredda.
Il punto della questione, è un'altra data: il 17 Luglio 2008, quando, con Sarzoky in testa, l'Unione Europea annuncò l'estensione del diritto d'autore da 50 a 95 anni. La legge chiamata anche "the Beatles extension" salvò opere come il primo disco dei Beatles (e tutti gli altri album usciti nel 1962) che doveva diventare di dominio pubblico nel 2012. Inutile fare la lista di tutti i musicanti (tipo Sir Paul McCartney, Sir Cliff Richard, Roger Daltrey, Yoko Ono, Barry Gibb ed altri 4500) che reclamavano l'approvazione della legge per pagare il riscaldamento o per avere un piatto di lenticchie nella misera vecchiaia. A conti fatti scritta una canzone a 20 anni, prendevi i diritti fino a 70, la scrivevi a 30 prendevi i diritti fino a 80; certo rimaneva quella sfigatissima di Nikka Costa che cominciando a 5 anni, a 55 si ritrovava gia' sulla strada (forse sarà per questo che continua a cantare?). Almeno se adesso la scrivi a 20 anni, stai tranquillo fino a 115 anni, non parliamo poi di chi comincia a scrivere a 30 (tipo Carla Bruni): sembra giusto, no?
Divertente anche come i supporter della suddetta legge protavano a supporto della loro tesi, l'estensione della vita media (se adesso arrivi statisticamente a 80 anni, e scrivi una canzone a 20 mi spieghi come arrivare fino a 115 anni?)
Comuque una volta messi al sicuro i diritti è bene farli fruttare e dunque il nuovo cofanetto, il probabile iPod, il videogioco The Beatles: Rock band. Per quanto si possa essere affascinati dalle tecniche usate per separare le tracce audio in modo da reincarnarsi virtualmente in Paul, John, George o Ringo, per quanto possa piacere un iPod giallo stiamo, parlando di un'operazione di marketing su vasta scala a 360 gradi (giornali, televisioni, internet) che più che salvare il piatto di lenticchie rischia di monopolizzare il mercato delle lenticchie.
Ma è in America che si raggiunge l'apoteosi del controsenso: se non bastasse estendere il periodo di validità del diritto d'autore, in America si vuole inglobare nel diritto d'autore, anche quelle opere i cui autori sono sconosciuti. La proposta di legge autorizzerebbe gli editori a proteggere le opere di sconosciuti dopo che "abbiamo fatto il possibile" per trovarne gli autori, secondo una ricerca "accurata e diligente" i cui termini ovviamente non sono scritti da nessuna parte. In pratica si sta cercando si cambiare il sistema da opt-in (ti devi registrare per essere protetto) a opt-out (l'opera è protetta automaticamente). E sia chiaro che si parla delle opere di qualsiasi epoca o paese di provenienza/creazione. Il bello (o il brutto della questione) è che una ricerca dello stesso senato americano dice che solo il 2% delle opere che hanno tra 55 e 75 anni, ha reale valore commerciale: il resto sarebbe solo scartoffie in più.
Tutto ciò è ben descritto da un articolo di Lawrence Lessig, professore di Legge a Stanford, che conclude: "Un orchestra non dovrebbe dover chiamare un esperto per sapere se può suonare o no un pezzo scritto durante la seconda guerra mondiale come non dovrebbe farlo un piccolo museo se vuole mettere una foto del New Deal sul suo sito web. In un epoca digitale, conoscere la legge dovrebbe essere semplice ed economico. Il Congresso dovrebbe spingere per un tipo di regole che incoraggiano la chiarezza e non piuttosto più lavoro per gli esperti di copyright."

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