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25 aprile

Di: Gianni Ciaccio | 22/04/2009
Evviva la Liberazione!
La Liberazione dal nazi-fascismo.
Una liberazione politica, certo, ma ancora non umana e culturale. Siamo immersi ancora nei nostri radicalismi e razzismi, in contrapposizioni sterili ed autodistruttive. Sarebbe semplice affermare che l’Italia è governata dai figli di coloro da cui fummo liberati, ma sarebbe anche ingiusto far ricadere su di loro le colpe dei padri. Che loro stessi, in qualche caso, condannano a parole o con i fatti.
I fatti che si scontrano con altri fatti di cronaca dove violenze e soprusi, omicidi e stupri, si ripropongono ancora su base etnica o religiosa, di estrazione sociale o di censo, politica o di pensiero.
E poi ancora un fascismo fatto di preconcetti, di illusioni di superiorità dove però non è più l’Italiano e l’Italia il fulcro bensì l’estraneo a me. Dall’immigrato al vicino di casa e, per i devianti, addirittura la moglie od i figli. Esisto Io. Tutto mi gira intorno. Fascegoismo.
Quindi la strada è mia, i mari sono miei, le montagne, l’aria, i fiumi, l’ambiente è mio: ne abuso quando e come voglio. Nelle città non si circola più perché Io mi parcheggio in seconda e terza fila e se mi dici qualcosa Io ti rispondo e fai attenzione che finisci male!!
Sovrastrutture su sovrastrutture che mi sono costruito fin da bambino, complici l’ambiente e la famiglia.
Finché arriva la Liberazione, non quella politica, che tanto non viene capita dalle masse stordite da calcio, tv e governi mandati da qualche dio, ma quella naturale. Fatta da terremoti, inondazioni e quant’altro la terra ci può vomitare addosso. Allora, finalmente, ritroviamo Solidarietà ed Amicizie, l’Umanità. Ci liberiamo dall’uomo piccolo, dall’uomo nuovo e tecnologico, dalle auto e dai televisori e scopriamo che il vicino non è quello che bussa al muro se facciamo rumore ma è quello che ha tirato fuori mia figlia dalle macerie. Che Io e Tu sono la stessa cosa e che si sopravvive solo in prima persona plurale.

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