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La Forza dell'Italia

Di: Gianni Ciaccio | 21/03/2009
Seri e conosciuti economisti internazionali da molti anni avvertono governanti e popoli di inevitabili cambiamenti del lavoro, delle produzioni, degli investimenti.
Nessuno ha la verità in tasca, nessuno è costretto a credere, ed è anche vero che, come in tutte le umane cose, c’è chi dice bianco e chi nero.
Che bello sarebbe se coloro che tanto fanno per farsi eleggere e governarci sapessero guardare al di là del loro naso, pur prominente. Non è sempre così.
In Italia, ad esempio, sembra che anche questo governo, voluto ed acclamato da una impensabile maggioranza, si stia lasciando sfuggire la grande opportunità che questo paese offre.
Arte, cultura, paesaggio e clima sono cose che la storia e la geografia ci hanno prestato. Non regalato, prestato. Ad un patto: che le si sappiano riconoscere, tutelare e sfruttare. Pena il decadimento.
Siamo conosciuti nel mondo come il paese con il più alto numero di chiese, palazzi storici, quadri, statue, forme d’arte in genere, borghi e paesini caratteristici, coste e mari. Fossimo negli USA, correndo il rischio di diventare un grande parco giochi, saremmo, con più oculatezza, valorizzati a ennesima meraviglia. Nel complesso, senza distinzioni. Al sud ad esempio, come per il far west, avremmo file di stranieri per vedere gli splendori della Sicilia della Calabria e della Puglia, e chi non fosse interessato a Piazza Armerina si rifarebbe con la visita delle antiche roccaforti mafiose. Centinaia di migliaia di posti di lavoro nel turismo e, dato che il turista vuole aria e mari puliti, nell’ambiente e nelle energie rinnovabili. Se esistesse uno stato capace di tutelare lavoro, ruberebbe anime alle mafie.
Sogno una Italia all’avanguardia, un faro per tanti altri paesi nel mondo.

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