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MSF in Calabria

Di: Gianni Ciaccio | 20/12/2008
Medici Senza Frontiere è andata in Calabria. Nei posti dove lavorano in nero alcune centinaia di persone alla raccolta di arance e mandarini. Frutti che troviamo su tutte le nostre tavole in questa stagione. Centinaia di persone che passano sui campi la giornata fino alle 17, il tramonto.
Poi spariscono dai campi e, non potendo permettersi affitti, vanno in ex fabbriche abbandonate. Niente luce, niente acqua, niente bagni, niente riscaldamenti. Per l’acqua si affidano a chi abita nelle vicinanze, almeno per poter cucinare. Ci sappiamo immaginare in una situazione simile?
Questo è uno dei frutti avvelenati della cosiddetta globalizzazione. Compriamo a niente frutta che viene da chi sa dove, coltivata con prodotti che, magari, da noi sono vitatissimi. La vendiamo a poco più di niente in alcuni canali super economici. Chi non può permettersi di meglio la compra. La nostra frutta si abbassa di prezzo, anche quella “buona” e “sana” (si, ci sono pratiche agronomiche che rispettano la nostra salute!). Alcuni coltivatori italiani, i più deboli anche socialmente, cominciano a sentire il cappio al collo, trovano lavoratori in nero, li sottopagano, dicono che di contro sarebbero costretti a lasciare tutto sugli alberi.
L’ennesima guerra tra poveri in un paese dove i governi hanno altro da pensare.
http://tv.repubblica.it/copertina/msf-in-calabria-per-gli-immigrati/27275?video

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