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Mind the gap, please

Di: Franz Andreani | 27/11/2008
Quattro giorni a Londra possono davvero cambiarti la vita, quanto meno la prospettiva, il punto di vista dal quale guardi le cose. Oggi, a distanza di molti anni, capisco la mia amica Frizza: di ritorno dal suo primo viaggio a Londra aveva imbrattato di bandiere inglesi e di tifo calcistico per le squadre britanniche, ogni cosa che la circondasse. Senza voler fare a tutti i costi l'anglofilo, mi sono reso conto di un fatto, ho avuto una forte impressione. Lì si nota una certa cura nell'affrontare le cose quotidiane, il “sorry” che viene detto ad ogni occasione non sa di falso, sembra una delle tante attenzioni e del rispetto verso gli altri, che la cultura anglosassone si porta appresso. Vi faccio un esempio. Lì, la metropolitana è un efficace mezzo per spostarsi in città, la rete è estremamente sviluppata, ma capita che le linee vengano chiuse, come è accaduto in questo ultimo week-end. Ebbene, tutti si prodigano per dare informazioni, tra annunci registrati brevi e chiari (nelle stazioni dove il marciapiede è situato ad una differente altezza dal treno l'annuncio ripete continuamente “mind the gap, please” considera il gradino, per favore, e informazioni sui tabelloni luminosi sui tempi di attesa e la destinazione effettiva dei convogli. Al conducente del convoglio che si fermo in galleria per un semaforo rosso, spetta l'incarico di raccontarti che è in attesa del via libera per proseguire e ti chiede scusa per la sosta, nel frattempo ad ogni fermata ricorda quali siano le effetive coincidenze utilizzabili e le alternative di percorso valido. Poi se il treno è particolarmente affollato, e c'è un signore in carrozzina nel tale vagone, il conducente stesso si incarica di informare e aiutare i passeggeri. C'è un'attenzione verso la cosa pubblica che noi pare abbiamo perso. Mi sembra di aver colto un dato: che li il cittadino è convinto di essere lui stesso lo Stato e lo sente con orgoglio, per noi lo Stato è il governo, che ci vessa e ci deruba, lo Stato è la romaladrona della lega, è il popolo dei fannulloni della pubblica amministrazione. L'orgoglio è una bandiera velleitaria e dei confini da difendere, un egoismo guidato dal famoso --io speriamo che me la cavo--. Sono stato del tutto casualmente alla Royal Festival Hall a vedere il concerto di The Bays e Heritage Orchestra, se ci riesco ve ne parlo una prossima volta, e lì I giovani affollano una sala da tremila posti e durante l'intervallo si portano da bere e da mangiare e poi se lo riportano via. Nessuno impedisce nulla e tutto sembra guidato dall'interesse e dal buon senso. La nostra è una difficoltà culturale, e la cosa è tanto più triste se pensiamo al passato. Una differenza, un gap per l'appunto che si allarga di giorno in giorno, impegnati come siamo a combattere lo stato e a polemizzare per far finta di esercitare la nostra democrazia. Facciamo esercizio di tolleranza perchè discutiamo su tutto e non abbiamo il buon senso di decidere, e facciamo decidere gli altri. Non è bello tornare da Londra dicendosi Mind the Gap, please.

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