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La storia (non) siamo noi.

Di: Gianpaolo Castaldo | 14/11/2008
Nella foto, la ricostruzione di Mark Covell, giornalista inglese sprangato e malmenato come molti altri: "Questo è Gratteri che telefona e si avvicina all'ingresso. Ora vedete? Mortola al cellulare. Burgio, l'agente che materialmente porta le molotov fino al cortile della scuola. Poi Troiani che parla con gli altri super-poliziotti. Luperi che mostra il sacchetto. Ed eccolo ancora qui, dentro la scuola: spuntano le molotov, stanno per sistemarle su quel lenzuolo dove metteranno in mostra tutte le cose sequestrate». Luperi giurò di aver chiamato una funzionaria, Daniela Mengoni. Affidò a lei, nel cortile, le molotov. La Mengoni a sua volta disse di averle passate ad un misterioso ispettore della Digos di Napoli. Uno che non fu mai identificato. «Ma la Mengoni non appare mai nel cortile. E anche quella dell'ispettore di Napoli, che nessuno ha identificato, è una sporca bugia». Ci risiamo, dunque. Ancora una sentenza a metà, anzi no, una assoluzione piena. Nella scuola Diaz , quei giorni del G8 non successe nulla, anzi si, qualcosa successe, ma furono iniziative singole, dovute alla grande tensione di quei giorni, nessuno aveva mai ordinato a nessuno di fare quel che è stato fatto. Tutti i responsabili di quel massacro, i vertici intendo, oggi, sono passati ad incarichi superiori, nel segno della continuità e della grande fiducia dello Stato stesso verso le forze dell'ordine della Repubblica Italiana. Assolti i vertici della polizia, Francesco Gratteri, che oggi guida l´Antiterrorismo, Giovanni Luperi ora al servizio analisi dell´ex Sisde, Gilberto Caldarozzi capo dello Sco, il servizio centrale operativo, assolto Spartaco Mortola che dalla Digos di Genova è passato a Torino come vice questore. Assolti per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste, legge il presidente della prima sezione del Tribunale, Gabrio Barone. Condannati a 35 anni e 7 mesi totali contro i 109 chiesti dall´accusa, gli altri, come Canterini, come Fournier che avrebbero realizzato da soli la storia delle molotov introdotte nella scuola, per usarle come prova contro chi là dentro dormiva, che avrebbero picchiato e malmenato - lo hanno dichiarato loro stessi, a cominciare da Fournier che parlò di "macelleria messicana" .

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