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Crick ? Crack!

Di: Gianni Ciaccio | 20/09/2008
Ci troviamo in un mondo dove il reale tangibile ed il virtuale si intrecciano, si scontrano, si accodano e ripartono. Qua e là ci sono accelerazioni, frenate e franate. Negli ultimi giorni i tumulti economici reclamano sempre più le prime pagine per l’importanza che ormai ricoprono.
Mi vengono in mente sceneggiature da film del tipo “ Si aggirava chiuso in se stesso tra migliaia di persone come lui. Lungo una strada infinita perché collegata a tutte le altre strade calpestate da centinaia di migliaia di donne ed uomini che, senza capirne i motivi, si erano svegliati all’alba di un brutto giorno senza lavoro e senza un centesimo in banca. Il mondo virtuale stava bruciando il mondo reale…”. A queste fantasie di uno che mastica poco di finanza voglio anteporre un articolo che invece mi sembra spiegare bene la situazione. Scrive il quotidiano spagnolo El País.
"Dopo il fallimento di Lehman Brothers, l'affrettata vendita-salvataggio di Merrill Lynch e il tentativo di aiutare le assicurazioni Aig nazionalizzandole, l'economia mondiale deve affrontare una crisi di durata e intensità ignote.
I recenti segnali di speranza negli Stati Uniti non bastano a tranquillizzare gli investitori, convinti che altre banche potrebbero fallire e che le compagnie di assicurazione, incapaci di fare fronte ai rischi assunti dal settore bancario, saranno la prossima fortezza economica a cadere.
La conseguenza più evidente di questa crisi è che il settore bancario degli investimenti non sarà più lo stesso. L'esempio di Lehman e i problemi di Merrill Lynch, per citare i casi più recenti, dimostrano che le banche di investimento hanno bisogno di una regolamentazione più rigida, di maggiori controlli e di nuove regole per muoversi sul mercato.
In altre parole, è necessario limitare la loro altrimenti illimitata capacità di assumersi dei rischi sui mercati più diversi. La sopravvivenza di mercati finanziari sani dipenderà in gran parte dalla capacità di banche, autorità monetarie e organismi regolatori di stabilire queste nuove regole del gioco. L'epoca della deregolamentazione spensierata e della supervisione a distanza sembra finita.
È inevitabile dedurre che la crisi ha minato la credibilità dei modelli di regolamentazione che gli Stati Uniti cercavano di esportare in altri mercati. Il caso Enron e le vicende di questi giorni dimostrano che il modello di autoregolamentazione finanziaria sostenuto dall'amministrazione Bush (e dal candidato repubblicano John McCain) ha fallito ed è in parte responsabile della crisi attuale.
Chiunque vinca le elezioni di novembre negli Stati Uniti dovrebbe scegliere un modello di regolamentazione finanziaria più simile a quello proposto da Barack Obama.
Questa crisi è globale, di una gravità mai vista dal 1929. Anche per questo è molto pericolosa: i responsabili economici e politici che devono gestirla non hanno mai vissuto una situazione simile. Molto probabilmente le nuove previsioni economiche annunceranno un ritardo delle aspettative di ripresa di un semestre almeno, cioè fino alla metà del 2010. Per questo è fondamentale coordinare i sistemi di regolamentazione e supervisione bancaria non solo a livello europeo, ma anche tra Europa e Stati Uniti, Asia e Giappone".


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