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Di: Gianni Ciaccio | 05/12/2006
LA LINGUA. Chi gira per il mondo, legge, ascolta, guarda e cerca affannosamente di interpretare segni, espressioni e movimenti alla ricerca di un filo tenue che faccia capire cosa diavolo ti sta dicendo quel tipo di fronte a te. Già, la lingua. Una Babele di suoni incomprensibili che interferiscono sulla comprensione dei popoli. Così ti devi accontenare dei giornali del tuo paese e se non ti accontenti allora puoi provare a studiare una lingua in più, ma sarà sempre poca cosa. Col WEB le cose non sono migliorate: chi parla italiano nel mondo? Quante volte abbiamo invidiato le genti di lingua inglese? Magari solo per i testi delle canzoni ROCK...Quindi sapere che un giornale sudamericano usi per la versione internet oltre allo spagnolo il tedesco, il portoghese, il francese, l'inglese e L'ITALIANO fa fare salti di gioia, poi se il giornale in questione è quello legato a CUBA, fino alla vittoria sempre, icona di Guevara, idealismi vari ecc., la cosa è ancora più gradita. Ieri parlavamo di Chavez e del Venezuela, della vittoria dedicata a Castro, oggi possiamo leggere il discorso del fratello di Fidel, Raul, sul giornale GRANMA relativo alla apertura, di cui non so se alcuni tg nostrani hanno parlato, verso gli USA ""Siamo convinti che la soluzione agli ingenti conflitti che affronta l’Umanità non è nelle guerre, ma nelle soluzioni politiche. Serva quest’opportunità per ribadire la nostra disponibilità a risolvere al tavolo dei negoziati la prolungata contesa tra Cuba e gli Stati Uniti, ovviamente, nel caso in cui accettassero la nostra condizione di paese che non tollera ombre sulla propria indipendenza e sulla base dei principi d’uguaglianza, reciprocità, non ingerenza e mutuo rispetto.""Questo un piccolo estratto, che i fratelli Castro quando fanno un discorso bisogna sedersi comodi. Però noi/voi siamo curiosi ed allora voliamo a http://www.granma.cu/italiano/2006/diciembre/lun4/raúl.html e BUONA LETTURA nella speranza che in questo periodo di debolezza dei due governi, cubano e statunitense, la via del dialogo prevalga sulle rispettive chiusure.

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