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Di: Gianni Ciaccio | 04/12/2006
IN VENEZUELA si riconferma presidente Hugo Chavez. Rosales, l'opposizione, prima critica il sistema elettorale, poi conferma la vittoria dell'avversario. C'è qualcosa di nuovo sotto il sole? Forse lo sconfitto ha mai esultato per il risultato? Forse l'Europa può insegnare qualcosa su elezioni, sistemi elettorali, conteggi, riconteggi? Intendiamoci, non siamo tra i peggiori, anzi. Però quando c'è da imparare dall'estero siamo un po' riottosi...L'osservatore internazionale Gennaro Carotenuto impegnato in questi giorni a Caracas, informa sull'andamento del voto. SOPRATTUTTO DA UN'IDEA DI COME POTREBBE ESSERE IL VOTO ELETTRONICo ANCHE DA NOI. ""In Venezuela il processo elettorale è completamente elettronico. Da studioso dei sistemi elettorali e da critico del voto elettronico devo ammettere che nelle ultime 48 ore ho avuto occasione per ricredermi completamente. Le macchine sviluppate dalla Commissione Nazionale Elettorale venezuelana (CNE) sono all'avanguardia nel mondo. Anzi, due giorni fa il Washington Post, riconosceva che c'è un abisso tra la sicurezza del processo elettorale venezuelano e l'aleatorietà arbitraria di quello statunitense. Veniamo ai fatti principali. 1) La CNE, è un potere completamente indipendente da quello esecutivo, legislativo e giudiziario. 2) Si vota con SOLO due clic sullo schermo, uno per selezionare il candidato e un altro per inviare il voto. Le macchine a quel punto stampano una scheda fisica che il candidato ripiega e inserisce nell'urna come in un voto manuale. 3) Al termine del voto, alle 16 venezuelane, le 21 italiane, si procede, centro elettorale per centro elettorale, al sorteggio del 55% dei seggi e si effettua immediatamente un controllo tra voti digitali e voti fisici emessi dagli elettori."" Carotenuto continua citando il Washington Post e la sua comparazione tra i due sistemi di voto ""1) solo in casi quantitativamente marginali, negli Stati Uniti viene emesso un voto stampato, mentre in Venezuela è emesso nel 100% dei casi. E' per questo che Al Gore ha dovuto rinunciare a ulteriori verifiche quando fu battuto da Bush nel 2000. 2) negli Stati Uniti il controllo viene fatto sul 2% dei seggi (e non si capisce che raffronto facciano, se non c'è un voto fisico da confrontare), mentre in Venezuela c'è un reale doppio scrutinio per il 55% dei seggi, un numero definito impressionante da Avi Rubin, esperto di voto elettronico, della John Opkins University. 3) negli Stati Uniti, le macchine e il software sono di proprietà di imprese private che dietro la scusa della proprietà intellettuale, impediscono il controllo del meccanismo. In Venezuela il software è aperto ed è verificabile ogni passaggio del meccanismo ed ogni riga di codice che gestisce le elezioni."" SIAMO FORSE ANCORA LONTANI DA ELEZIONI, ma perchè non cominciare a pensare in anticipo su COME gestire un evento del genere? Visto anche l'andamento dell'ultimo, e la presunta divisione elettorale italiana, potrebbe servire a fare chiarezza ed a dare maggiore fiducia negli esiti...

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