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Il reato di immigrazione clandestina: civiltà terra terra.

Di: Franz Andreani | 08/06/2008

Non riesco ad arrendermi, non ci riesco a credere, non siamo un paese razzista e intollerante malgrado il grande rumore mediatico di questi giorni. Certamente ce la stanno mettendo tutta per montare questo clima: ora in metropolitana, sul treno, i posti che frequento maggiormente, la gente recita la stessa amara canzone, una melodia preconfezionata come quella che egualmente dannosa esce da tutte le radio: stanno mandando via gli immigrati, i rom, gli zingari, fanno bene, ci comandano loro, ci rubano il lavoro.

La percezione è quella che conta, non i fatti, se consideriamo che siamo il quattordicesimo paese europeo in quanto a presenza di zingari, eppure ci sentiamo sempre di più circondati.

La deputata ungherese al parlamento europeo Viktoria Mohacsi, ha accusato il governo italiano di violazioni ripetute delle indicazioni della comunità europea, qualcuno da noi, già da alcuni mesi, non esita ad usare la parola pogrom, ma sembra che gli stessi organi comunitari, il consiglio dei ministri dei 25 riunitosi ieri, abbia intenzione di darle torto.

Io continuo con la mia incrollabile fiducia proprio in quella gente chiacchierona e sciatta che parla ripetendo frasi di altri sull'autobus e sul treno, e mi sento sì accerchiato, ma dalla minimizzazione imperante, dalla politica che gira attorno a quattro ministri ex picchiatori che parlano a vanvera, e ancora la sinistra non sa cosa fare, non sa ricostruire il tessuto civile in grado di aggregare le persone, non vuole farlo forse, dopo averlo volontariamente distrutto.

Lavoro a Roma, vicino alla stazione Termini. Ho una collega che ci abita e mi racconta che la polizia, in ossequio alle leggi, ferma e controlla tutti quelli con quella faccia da straniero un po' così e organizza grandi retate. Un conoscente filippino partirà domenica per il suo paese, eppure qui aveva due lavori onesti e ben fatti, l'hanno acchiappato in una di queste retate, andrà a fare il pescatore aspettando l'applicazione della legge flussi. Non ci rendiamo conto che così non si acchiappano i delinquenti? Non ci rendiamo conto che è tutta apparenza, demagogia e propaganda? Non ci rendiamo conto che se non c'è la certezza della pena, confermato dal capo della polizia prefetto Manganelli, nella sua audizione al Senato della scorsa settimana, se non vi è celerità, non c'è giustizia, democrazia, ma solo inutili parole.

Ma voglio essere ottimista, io non ci credo, la xenofobia è l'amplificazione di un fenomeno ancora limitato a quattro balordi: noi dobbiamo darci da fare per fermarlo, per fare che non diventi senso comune, che non si espanda a macchia d'olio, che resti un oggetto triste della nostra storia passata, che torni lo spirito dei centri sociali, delle parrocchie dell'azionismo cattolico, sono sicuro che la gente e la chiesa sono in grado di fare grandi cose.


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