La giornata della memoria

E' legge dello stato, oggi è la giornata della memoria per le vittime delle stragi e del terrorismo. Si è scelto di farla cadere in una data carica di significati simbolici: l'uccisione di Aldo Moro avvenuta  proprio la mattina del 9 maggio del 1978.
Mi viene da riflettere sull'importanza di questo simbolo, non solo un mistero, una vicenda piena di ambiguità, l'assassinio politico di una personalità importante, non sono questi i motivi che rendono questa data uno spartiacque per la storia del nostro paese. Non è neppure la bizzarria della vicenda in se stessa, se di bizzarro si può dire al di là della tragedia umana: un uomo politico del calibro di Aldo Moro viene tenuto prigioniero e non solo non lo si trova, ma si fa di tutto per evitare di trovarlo.
Moro è stato l'uomo del dialogo, della politica fatta di idee, di compromessi, la politica con la dignità del coraggio di affrontare le questioni, ma è anche l'uomo che più ci ha portato lontano dall'influenza degli stati uniti cercando quell'apertura a sinistra che oggi sperimentiamo così lontana.
Gli storic chiedono ancora che vengano desecretati tantissimi documenti, atti di quei servizi che qualche anno dopo scopriremo quanto fossero impegnati a combattere il comunismo ed ogni tetativo di emancipazione del nostro paese. Il dibattito ancora oggi si incentrerà su un assurdità dell'epoca: la politica della fermezza o della trattativa, falso problema per una storia della quale qualcuno sapeva esattamente la fine.
Dal 9 maggio c'è un prima e un dopo nella storia del nostro paese, il prima è stata la faticosa costruzione di un indipendenza e dell'autonomia politica della giovane repubblica, dopo le ferite inferte dal fascismo e dalla guerra. Il dopo in una lenta ma inesorabile parabola, si è riaffermata la vecchia dminazione, la spartizione di Yalta. Ora sembriamo ginti ad un epilogo, lungamente preparato, forse è per questo che la giornata della memoria istituita per legge solo un paio di anni fà, ha una grande importanza.