-Il
pubblico ministero ha presentato come prove contro di lui alcuni articoli
pubblicati su Internet e, soprattutto, i suoi “rapporti con le potenze
straniere, tesi a screditare l’immagine della Cinaâ€.-
Parliamo di
Hu Jia, 34 anni, noto al potere cinese come pericoloso reazionario ed all’estero
come voce libera e leader dei diritti umani e della dissidenza.
Ancora
una volta internet, i blog, la circolazione di idee, e di fatti, al centro
della repressione. I governi repressivi ne stanno cominciando a temere i frutti
e, da una parte, bloccano gli accessi, dall’altra, incarcerano gli autori,
quando va bene.
Hu Jia,
arrestato a dicembre, è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere. La
moglie e la figlia di pochi mesi, sono agli arresti domiciliari. Il suo peccato
è il Movimento Democratico Cinese, le battaglie pro ambiente, e di informazione
sull’aids, senza dimenticare il suo fattivo appoggio alla causa tibetana.
Insomma
un nemico del popolo, secondo la Corte Intermedia del Popolo di Pechino.
La
comunità internazionale con l’Unione Europea e gli USA in primo piano, hanno
richiesto la liberazione dell’uomo. Noi, per quel poco che conta, continuiamo
il tam tam con il mezzo che lui predilige nella speranza di buone nuove a
breve.
Mi piace
ricordare una forma civile di protesta proposta dalla BBC agli inglesi e,
forse, ripresa dai francesi. In occasione del passaggio della torcia olimpica a
Londra ed a Parigi, viene richiesta una ostentata freddezza, quasi
disinteresse. Naturalmente non nei confronti delle Olimpiadi, splendida
manifestazione atletica e di fratellanza.
Ma davvero la Cina non immaginava il rovescio della medaglia olimpionica?
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