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Alitalia: manovre elettorali: si salvi chi può.

Di: Franz Andreani | 03/04/2008

È di ieri la notizia della rottura delle trattative tra Alitalia e Air France, una rottura quasi annunciata, comunque fortemente voluta da destra e da sinistra.

La destra punta al rilancio di Malpensa, l'aeroporto della compagnia di bandiera, una specie di cattedrale nel deserto alla quale mancano infrastrutture e servizi. Ma tutto questo interesse economico è ben vestito da un amore per la bandiera, per la patria e per supposti interessi nazionali. Che poi il buco si allarghi di giorno in giorno e che nessun imprenditore in Italia sia in grado di prendere in mano la situazione con un cambio nelle strategie, questo non si dice, siamo in campagna elettorale

La sinistra, con le sue rappresentanze sindacali, rema contro se stessa. Non riesce a varare un piano per le privatizzazioni, le liberalizzazioni, gli alleggerimenti fiscali anche perché occorre salvare la corporazione dei lavoratori Alitalia.

Sapete bene come gli esuberi, di cui si sbandiera specie da certa sinistra, sono ampiamente ammortizzati: il 100% di stipendio per sette anni pagati per il 20% da Air France e per l'80% da noi tutti. Sette anni per trovare un lavoro, impiegati, piloti, tutta gente alla quale viene riconosciuta una grande preparazione, un alto standard. Ma bisogna difendere il principio. Certo poi i sindacati si scordano di coloro che lavorano al Call Center, i gradini più bassi nella scala sociale.

Ecco la mia paura: siamo arrivati al si salvi chi può, stiamo correndo verso il commissariamento di Alitalia, vedrete dopo le elezioni le cordate post elettorali, così come si è impegnato il berlusca ieri, ma anche verso il commissariamento diciamo così, verso il decido io faccio tutto io, che durerà almeno dodici anni.


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