Il 10 Marzo, in occasione del 49° anniversario della rivolta tibetana con conseguente cacciata del Dalai Lama, ha inizio la Marcia del Ritorno in Tibet organizzata da diversi gruppi di esiliati tibetani in India. Ufficialmente non ne sanno nulla né il governo Tibetano né quello Indiano o quello Cinese. Tuttavia già i primi cento attivisti sono stati fermati dal governo indiano l’11 marzo.
Il sito Orientalia4all.net promette di seguire l’evolversi della situazione e ci chiede di diffondere le notizie sulla marcia. Naturalmente il grosso punto interrogativo rimane la risposta della Cina. Orientalia4all scrive che “oltre 1.000.000 di persone sono morte come diretta conseguenza dell'occupazione e l'annessione del Tibet da parte della Cina nel 1958, Quello che è successo durante la Rivoluzione culturale è stato un vero e proprio genocidio e una sistematica distruzione della cultura. Bambini tibetani tolti alle famiglie d'origine e fatti crescere in famiglie cinesi di provata fede comunista; migliaia di laici, di monaci e monache uccisi o torturati; vecchi costretti a mangiare e vestire secondo la moda dei conquistatori; dei e simboli rimpiazzati con le immagini di Mao e, in seguito, con quelle della Banda dei Quattro; coloni cinesi delle comuni dislocati in Tibet per "colonizzare" le rozze province teocratiche. E' stata ed è tuttora una vera e propria operazione di pulizia etnica. Circa i 2/3 dei monasteri sono stati distrutti (il Tibet era un paese teocratico di cultura buddhista), insieme a libri, manoscritti e guide, le opere d'arte sono state trafugate e rivendute o portate in Cinaâ€.
Asianews.it ha sentito Tenzin Choeying,
presidente del gruppo Studenti per un Tibet libero: “Vogliamo attraversare il
confine in agosto, in coincidenza con le Olimpiadi di Pechino. Ci basiamo sui
principi della non violenza del Mahatma Gandhi. Vogliamo attirare l’attenzione
internazionale sulla nostra situazione†e “ricordare ai leader cinesi che la
questione tibetana deve essere risoltaâ€.
Sembrava
disperata anche la Marcia del Sale di Gandhi ed invece…
Sempre il 10 Marzo è partita da Atene una fiaccola olimpica verso il Tibet. Attraverserà mezzo mondo e porterà con se la protesta per il mancato riconoscimento del Tibet dal Comitato Olimpico Internazionale.
Un piccolo appunto: non ne ho sentito parlare molto dai grandigruppi di informazione.
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