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Di: Gianni Ciaccio | 22/11/2006
CI PIACE INIZIARE questo primo piano con la notizia meno brutta tra quelle di oggi. Il 23 novembre esce la prima ricerca sul consumo energetico condotta da WWF e RAS. Viene fuori che noi italiani non siamo così attenti ai consumi energetici di casa nostra e, quindi, al nostro portafoglio. Non abbiamo dati regionali. L'EFFICENZA ENERGETICA è una riserva di "energia nascosta" nelle nostre case: sfruttarla può contribuire a diminuire le emissioni dei gas serra e di conseguenza l'impatto devastante sul clima. Il WWF ricorda che le famiglie italiane ntribuiscono con oltre il 30% dei consumi energetici nazionali e producono il 27% circa delle emissioni nazionali di gas serra. OGNI ITALIANO, con i propri comportamenti quotidiani, emette 21 kg di anidride carbonica al giorno. Le case italiane sembrano essere tra le più sprecone : consumano 150-200 kWh/m2 anno rispetto ai 70 kWh/m2 anno delle case tedesche. Mentre una casa ben costruita e coibentata può raggiungere un "risparmio" fino ai 30 kWh/m2 anno, un bel taglio alle emissioni di gas serra e per le proprie tasche. Ad esempio, la messa in efficienza di elettrodomestici di uso comune (ovvero la sostituzione di apparecchi classe D o E con apparecchi di classe A o A+) come lampadine, frigoriferi e lavatrici permetterebbe a ogni famiglia italiana di risparmiare sulla bolletta fino a 280 euro l'anno . SEMPRE IL WWF CI CONFORTA: NON SOLO NON ESISTONO PIU' MEZZE STAGIONI ma non si riconoscono più neanche quelle intere, e non solo da noi (PIOVE GOVERNO LADRO), ma in tutto il globo. WWF: 50 MILIONI DI RIFUGIATI AMBIENTALI ENTRO IL 2010!!!!!! BIAMENTI CLIMATICI TRA GLI IMPUTATI A Nairobi un incontro con i testimoni africani del clima. JUMA Njunge Macharia 81 anni, agricoltore, proviene da un villaggio 100 km a ovest di Nairobi, Kenya. "Quando ero giovane la stagione delle piogge iniziava a metàaprile, ma ora si è spostata a giugno quando solitamente finiva. Il regime delle piogge è imprevedibile e inaffidabile. A causa di questo è molto difficile pianificare ogni attività agricola." NELLY Damaris Chepkoskei 50 anni, agricoltore vive in un villaggio nell`ovest del Kenya. "Qui nel distretto di Kericho di solito le piogge erano distribuite durante l`anno. Ricordo chiaramente che la mia famiglia celebrava il Natale sotto pesanti piogge, ora a Natale non piove più". RAJABU Mohammed Soselo 62 anni, pescatore, vive in un villaggio a 18 km a nord della capitale della Tanzania Dar Es Salaam. "Come pescatore ho sempre avuto un occhio attento per il mare e le spiagge. Quello che ho visto succedere alla spiaggia di Kunduchi mi ha allarmato molto, praticamente non esiste più. Ora la costa è più vicina al villaggio con drammatiche conseguenze. Ad esempio una moschea e 5 abitazioni sono state portate via dal mare negli anni". Oggi a Nairobi, Juma Njunge Macharia, Nelly Damaris Chepkoskei, Rajabu Mohammed Soselo hanno raccontato ciascuno la propria esperienza, testimoni oculari di piogge che scarseggiano, spiagge che scompaiono, innalzamento del livello del mare. I cambiamenti climatici hanno, in continenti come l' Africa, conseguenze sulla sopravvivenza stessa delle popolazioni costrette sempre più spesso a lasciare i villaggi e le terre di origine, a diventare rifugiati del clima. Persone che non sono più in grado di assicurare la sopravvivenza nelle proprie terre a causa di siccità, erosione del suolo e conseguente perdita di terreno coltivabile, desertificazione, deforestazione, alterazioni della disponibilità d'acqua e di cibo, aumento della mortalità a causa di malattie o epidemie provocate dalle alterazioni del clima.Il clima è uno dei fattori di crisi per i paesi in via di sviluppo, incide sulle disponibilità di cibo, acqua e terra - ha dichiarato Michele Candotti, segretario generale del WWF Italia - Anche le zone umide sono a rischio e se si pensa che più di 200 milioni di persone vivono nella loro prossimità, o su quelle costiere ecco che lo scenario futuro si fa molto preoccupante. Il primo censimento completo e globale disponibile, eseguito nel 1995, ha rivelato i primi dati sui rifugiati ambientali: 25 milioni di persone. E' stima ormai corrente che i rifugiati ambientali possano raddoppiare e raggiungere i 50 milioni entro il 2010. IL PROBLEMA DEI RIFUGIATI AMBIENTALI ha tutte le carte in regole per divenire una delle maggiori crisi mondiali dei nostri tempi. Per ora è trattato come una preoccupazione periferica o comunque confinata e circoscritta e specifici paesi e situazioni, ma i paesi industrializzati non possono isolarsi dalle situazioni di stress e disastri nei paesi in via di sviluppo. CI SAREBBERO ALTRE BUONE NOTIZIE, MA PERCHE' NON SERBARLE PER I PROSSIMI GIORNI, QUANDO AVREMO ESAURITO LA CARICA DI BUON UMORE CHE CI HANNO DATO QUESTE ULTIME? NON SLOGHIAMOCI LE MASCELLE SUBITO, DUNQUE. A PRESTO!!!

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