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L'europa l'Italia e le radiofrequenze.

Di: Franz Andreani | 01/02/2008

 Non sono i rifiuti in Campania, o la grave crisi di governo che blocca ogni possibilità di prendere una decisione per il paese, non si tratta neppure di parlare della casta di politici che pur di mantenere se stessa in vita sta convincendo l'Italia ad andare ad elezioni e consegnarsi al cavaliere, la stessa casta del resto si è consegnata in modo trasversale da un bel po', sembra un problema minore, una necessità trascurabile, eppure secondo me non lo è.

Si tratta dell'affermazione della Corte di Giustizia Europea non tanto sulla vita o sulla morte di Europa 7, ma sul principio che il sistema di concessione delle frequenze in Italia cristallizza una situazione di fatto, non permette a nessun nuovo operatore di entrare nel mondo della tv e della radio.

Noi di radiorock.to lo sappiamo e diciamo da anni, adesso subiamo lo schiaffo dall'Europa, che se non ci fosse lei che fine avremmo fatto.

Credo che la libertà di espressione connessa all'utilizzo delle radiofrequenze sia oggi un bisogno primario, basta guardare come sia facile abbindolare la gente e convincerla, trascinandola di qua e di là al servizio della ideologia più alla moda.

Sia detto per inciso, io all'FM non ci credo più da anni, siamo in una tale pastoia di interessi convergenti, che nessun politico si impegnerebbe a fare la benché minima riforma, basta sentire cosa dichiara il ministro Gentiloni: ha fatto bene l'Europa a prendere questa decisione. Voi credete davvero che qualcuno se ne occuperà mai? Resta il principio sacrosanto e negato come uno dei tanti diritti negati al nostro paese in una deriva di inciviltà e integralismo senza precedenti.

Il dubbio è che gente senza scrupoli metta le mani su internet – ci ha provato la stessa sinistra al governo – cosa ci vorrebbe a mettere dei paletti alla nostra libertà di espressione?


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