Siamo già in campagna elettorale: Totò Cuffaro ha appena rassegnato le dimissioni da Presidente della regione Sicilia che Pierferdy lo invita a candidarsi al Senato. Leggete cosa c'è scitto oggi sul sito Antimafia 2000 a firma di Saverio Lodato: "Cuffaro è stato appena condannato a 5 anni e all'interdizione dai pubblici uffici. Casini si dice sicuro che gli sciacalli fra qualche mese saranno costretti a chiedergli scusa. Casini non sa, o finge di non sapere, che ci vorranno almeno altri tre anni perché la sentenza del Tribunale di Palermo passi in giudicato e già molto prima, grazie anche alla «egge Cirielli, il reato sarà abbondantemente prescritto. Casini non sa, o finge di non sapere, che intanto è partita una nuova inchiesta della Procura di Palermo, questa volta per concorso esterno in associazione mafiosa. Gli sciacalli di Casini dunque avrebbero ancora molto tempo a disposizione per scorazzare nelle praterie. A meno che... A meno che Cuffaro non venga tratto in salvo dagli innocentisti di professione con la proposta indecente. Se andasse davvero a finire così, Casini saprebbe spiegarci in che consiste l'alto significato morale delle dimissioni irrevocabili presentate da Cuffaro all'Ars. C'è un vecchio proverbio siciliano che dice: «fuiri è vrigogna, ma è salvamentu di vita» (fuggire è vergogna, ma è salvamento di vita). E anche «fuggire», in certi casi, è legittimo. Ma in quel caso Casini ammetterà che tutta la sua prosopopea sul rispetto da parte di Cuffaro delle decisioni dei giudici, sulla volontà di difendersi in processo e non fuori dal processo, sulla decisione di battersi sino alla fine per l'accertamento della verità , altro non sarebbero stati che specchietti luccicanti agitati nelle convinzione che gli elettori ancora oggi abbiano l'anello al naso. Quanto a Cuffaro, se ascoltasse queste sirene, dopo l'esibizione della coppola, dopo la scorpacciata di cannoli, non gli resterebbe che quel proverbio tagliato su misura a giustificazione del disonore".
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