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Mani Sporche.

Di: Gianpaolo Castaldo | 31/12/2007

Per chiudere questo 2007, il blog di radiorock.to, augurando a tutti un ottimo 2008, vi presenta la recensione di un libro uscito lo scorso 6 dicembre che tutti dovremmo leggere almeno una volta. Per non dimenticare. Dal sito www.internetbookshop.it

"Gianni Barbacetto, Peter Gomez e Marco Travaglio sono diventati ormai simbolo della libertà d'informazione. A riprova di ciò, ecco questo saggio sull'Italia degli scandali negli ultimi sette anni, dal 2001 a oggi, che descrive il pantano dal quale la politica italiana non riesce a risollevarsi. Il prologo del libro è sconcertante. Al centro del racconto vi è il Sismi, il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare italiano che, attraverso il funzionario Pio Pompa e il suo capo, generale Niccolò Pollari, spiava politici, magistrati, giornalisti e perfino il Presidente della Repubblica Ciampi. Quando, nel luglio 2006, gli agenti della Digos irruppero negli uffici di Pompa, trovarono in cassetti, schedari, computer e casseforti centinaia di appunti, dossier e report dell'attività di disinformatija svolta da Pompa per conto di Pollari per "disarticolare con mezzi traumatici" l'opposizione al governo Berlusconi, per controllare le mosse della parte più attiva della magistratura e per seguire l'andamento delle indagini milanesi su Mediaset e il Cavaliere. Dai documenti pare che Pompa spiasse anche il Quirinale, monitorando i colloqui del braccio destro di Ciampi, il segretario Gifuni, e che attribuisse poi agli atti del capo dello Stato, che si presumeva ricattato per il caso Telekom Serbia, finalità di ritorsione nei confronti dell’opposizione. Parte di questo materiale veniva passato a giornalisti amici che pubblicavano quelle "veline", per lo più inattendibili, fabbricate dal Sismi: esempio eclatante fu quello della commissione Mitrokhin, quando il millantatore Mario Scaramella, consulente legato alla Cia e allo stesso Sismi, fabbricò bufale contro l'opposizione e Romano Prodi, allora presidente della Commissione europea.
Dunque le parole d'ordine erano - secondo gli autori - disarticolare, neutralizzare, ridimensionare, dissuadere anche con provvedimenti e misure traumatiche, i nemici veri e presunti del leader di Forza Italia. E appena salito al governo dal 2001, il governo Berlusconi si mosse di conseguenza, approvando tutta una serie di leggi ad personam fino al 2006. Dalla Cirami alla ex Cirielli alla Castelli, l'Italia assistette a una frenetica produzione di provvedimenti salva-imputati eccellenti e cancella-reati come il falso in bilancio, di condoni fiscali, di attacchi alle Procure e al Tribunale di Milano che stava celebrando i processi toghe sporche sui casi Sme-Ariosto, Imi-Sir e Mondadori. Come osservano i tre giornalisti, dieci anni dopo il biennio magico di Mani Pulite, l'Italia dalle Mani sporche aveva ripreso a lavorare come prima, più di prima.
Proseguendo nella lettura si arriva così ai mali della Sinistra e dell'attuale governo Prodi che, insediatosi nell'aprile 2006, non sembra finora essere stato in grado di smantellare le vecchie leggi vergogna, anzi le ha lasciate in vigore aggiungendovene altre che hanno disatteso le promesse elettorali dell'Unione. La legge sull'indulto che ha svuotato le carceri, la riforma giudiziaria del ministro Mastella, quella sulle intercettazioni e il bavaglio alla stampa, la rimozione del magistrato De Magistris che indagava su Prodi e sullo stesso Mastella, fanno gridare oggi al Parlamento vergogna. Le vecchie stecche o mazzette ora assumono le fattezze di regolari consulenze, assegnate a persone, associazioni o gruppi vicini al politico da ringraziare: il sistema della corruzione si è raffinato - scrivono gli autori - ma le tangenti continuano a essere chieste e pagate e l'Italia resta in coda alle classifiche sulla trasparenza e sull'azione contro la corruzione. In queste pagine c'è la storia recente dell'Italia dei pirati e dei corsari, dei crack aziendali e delle bancarotte finanziarie, degli onorevoli wanted e impuniti, un Paese che vorremmo lasciarci alle spalle ma che Barbacetto, Gomez e Travaglio continuano - nonostante le polemiche - a raccontare.


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