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GREENPEACE: IN 37 A BORDO DI ESPERANZA

Di: Gianpaolo Castaldo | 22/12/2007

SYDNEY - In tutto sono 37. Ci sono giapponesi, tedeschi, francesi, spagnoli, inglesi, e tre italiani, Caterina, Gianluca e Simona.
Gianluca e Simona (Caterina sbarchera’ tra poco) hanno accettato di mandare all’Ansa un piccolo diario di bordo, raccontandola vita sull’Esperanza e dandouna prospettiva “dal di dentro” su cosa vuol dire lavorare con Greenpeace in prima fila per salvare le balene.
Gianluca, che a bordo tutti chiamano Gionni: “Siamo partiti mercoledi’ mattina da Auckland. Per ora non succede granche’; ci stiamo tutti un po’ abituando alla strettissima convivenza: 37 persone su 70 metri di barca non e’ proprio il massimo. Ma almeno le cabine - tranne il capitano che dorme solo - ce le dividiamo tra due persone, che non e’ male. Un po’ di pace a fine giornata ci vuole!”. “Balene niente, per ora. Stiamo navigando lungo la costa della Nuova Zelanda, verso sud. Tra poco ci fermeremo per fare rifornimento di carburante e le ultime spese, poi addio terra, prendiamo il largo. Natale lo passero’ in mare, come del resto e’ stato per gli ultimi tre anni, sempre con Greenpeace: va cosi’, ma sono felice di essere a bordo”.
L’Esperanza e’ l’ultima e piu’ grande nave di Greenpeace. Ex nave dei pompieri russi, era attrezzata per navigare in acque polari, ed e’ dotata di rompighiaccio. Il suo passato si legge su tutti gli interruttori del pannello di controllo, rimasti in cirillico. Sotto ognuno adesso c’e’ un adesivo con il corrispospondente nome inglese. Nel 2002 Greenpeace l’ha comprata e rimessa in sesto. In mare ci e’ tornata dopo essere diventata piu’ verde: consuma meno carburante di prima, e’ stata spogliata dei materiali tossici (per esempio le pareti di asbesto), ha un motore piu’ efficiente in termini di energia. Il nome e’ stato scelto attraverso un concorso internazionale. Ha vinto un nome spagnolo. “La speranza: e speriamo sia di buon augurio per questa campagna e per le il futuro delle balene”, dicono adesso da bordo
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