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L'armata rossa della magistratura.

Di: Gianpaolo Castaldo | 13/12/2007

ROMA (Reuters) - Il leader di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi ha definito oggi "una montatura" la notizia di una indagine della procura di Napoli a suo carico per corruzione di un alto dirigente Rai e l'istigazione alla corruzione di un senatore, dicendo di non aver ricevuto alcuna notifica dalla procura e puntando poi il dito contro "l'armata rossa della magistratura". "Questo presunto scoop è una montatura assoluta, non c'è nessuna cosa di cui io debba preoccuparmi, sono assolutamente tranquillo", ha detto Berlusconi parlando alla Tv della Libertà. La Repubblica oggi in edicola riporta che il leader di Forza Italia è indagato dalla procura di Napoli per la corruzione del presidente di Rai Fiction Agostino Saccà e per l'istigazione alla corruzione del senatore Nino Randazzo, eletto all'estero per il centrosinistra, per far cadere il governo di Romano Prodi al Senato. Intanto il garante per la Privacy -- che ha ricevuto oggi una segnalazione di Berlusconi -- ha disposto "l'immediata acquisizione dei necessari elementi di valutazione sia presso la testata giornalistica che il competente ufficio giudiziario", come si legge in una nota. "Voglio soltanto notare che c'è odore di elezioni, di campagna elettorale e così subito l'armata rossa della magistratura si rimette in moto", ha detto l'ex premier. "Non ho avuto nessuna comunicazione". A proposito dei fatti riportati dal quotidiano, Berlusconi dice poi che "non c'è alcun rilievo penale. Ho fatto tutto alla luce del sole. Invece che a belle ragazze ho fatto la corte a dei senatori". Il ministro della Giustizia Clemente Mastella -- informato dell'accaduto dal procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore -- ha ribadito in una nota che "la tutela della riservatezza è un bene costituzionale da garantire sempre, nell'interesse di tutti". La Procura di Napoli ha fatto sapere in una nota di aver "aperto un procedimento penale teso alla verifica delle sconcertanti modalità con le quali si è dato luogo all'indebita pubblicazione delle notizie, sicuramente destinata a produrre gravi danni alle indagini che questo ufficio ancora sta conducendo", e precisa che "il procedimento relativo alla quasi totalità dei fatti oggetto di indagine di cui al resoconto è in fase conclusiva". In un lungo servizio, il quotidiano dà conto di una indagine su sovraffatturazioni e presunti fondi neri che avrebbe al suo centro Saccà e che, dall'intercettazione del telefono del dirigente Rai, si imbatte in numerosi colloqui fra quest'ultimo e Berlusconi su una serie di tentativi di "acquisizione" di senatori del centrosinistra. In particolare, il giornale riferisce di una offerta di denaro e di un vero e proprio contratto per il senatore Randazzo, eletto nella circoscrizione dell'Australia e Oceania, cui sarebbe stato garantito un posto da viceministro in caso di caduta del governo Prodi, che in Senato ha una maggioranza risicata. RANDAZZO CONFERMA OFFERTE PER CADUTA PRODI MA NON CORRUZIONE. Il senatore ha confermato oggi a Reuters da Napoli di essere stato sentito dai magistrati campani a metà novembre come persona informata dei fatti, conferma di aver ricevuto da Berlusconi le proposte per far mancare i numeri al governo -- "quella è cosa arcinota, era quello l'obiettivo" -- ma dice di non sapere nulla di ipotesi di corruzione a carico dell'ex premier. "No assolutamente", ha dichiarato. "Lo apprendo oggi da Repubblica... Io non faccio nessuna ipotesi di corruzione. Se la fa qualcun altro è un altro paio di maniche. Io non posso dire questo, infatti non abbiamo parlato di soldi con Berlusconi, quindi la corruzione in termini penali io non la vedo. Poi se c'è qualche altra ipotesi di corruzione io non lo so...". Prima dell'intervento di Berlusconi, il suo avvocato nonché deputato di Forza Italia, Niccolò Ghedini, aveva anticipato che il leader di Fi non aveva ricevuto notifiche dai magistrati e pertanto la notizia era "destituita di ogni fondamento". Nella sua nota, l'avvocato Ghedini proseguiva dichiarando che "non è dato comprendere come il quotidiano sia potuto venire in possesso del materiale d'indagine nel procedimento nei confronti del dottor Agostino Saccà". "I virgolettati riportati farebbero ritenere che la Repubblica sia in possesso di atti di indagine quali interrogatori, intercettazioni e atti di polizia giudiziaria", continuava Ghedini. "Ci si trova quindi di fronte ad una gravissima lesione del segreto di indagine e ad una illecita pubblicazione delle indagini stesse. Come sempre si pubblicano stralci parziali di asserite conversazioni stravolgendone il senso complessivo, violando le regole processuali e il diritto alla privacy". "Comunque tutte le vicende così come narrate e riguardanti il presidente Berlusconi non hanno alcuna rilevanza penale, mentre appare con grande evidenza il tentativo di intromettersi e pesantemente, e qui sì vi sono forti rilievi penalistici, nella libera esplicazione della sua attività politica", precisa la nota aggiungendo che "il presidente Berlusconi ha dato mandato ai suoi legali di agire immediatamente in ogni sede per esperire ogni opportuna azione e in particolare per valutare la sussistenza di eventuali calunnie". Per quanto riguarda il direttore di Rai Fiction Saccà, il suo avvocato, Marcello Melandri, in una nota spiega che la posizione del suo assistito "è stata ampiamente chiarita nel corso di un lungo interrogatorio all'esito del quale ho presentato istanza di archiviazione essendosi il dott. Saccà avvalso della facoltà di non rispondere solo su aspetti e fatti privi di rilevanza penale".


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