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La politica dal basso e gli italiani si illudono

Di: Franz Andreani | 21/11/2007

Ci ho messo due giorni a metabolizzare l'uscita di berlusconi di domenica, tra il plauso generale dei media: da destra tutti ringraziano perchè il cavaliere si è preso una bella briga scaricando i propri alleati rissosi e ridando forza ai partitini – ma spieghero dopo perché, a sinistra l’esultanza è più subdola: tutti gli riconoscono una sorta di coraggio politico e la capacità di far parlare di se. Mi viene in mente il tempo di Andreotti, uno di mali storici per la democrazia italiana, un tempo si diceva che comunque era un gran politico perché parlava bene e si inventava strategie alla faccia della nostra democrazia incompiuta e imbavagliata. Ma torniamo alla svolta dal basso. <br>
Il cavaliere riesce a rivoltare le carte in tavola e a farsi applaudire come l’iinovatore, raccoglie i frutti dei vari discepoli di Beppe Grillo e inventa una truffaldina raccolta di firme – se ne è accorta anche “striscia la notizia” – poi con quel risultato falso e gonfiato dice che la gente dal basso dunque, vuole cambiare la politica. E così il paradosso, dal partito più personalistico, più verticistico che ci sia, nasce la scolta popolare, ma si sa, gli italiani hanno la memoria corta e allora inventa che gli italiani vogliono il proporzionale, peccato che sia stato uno dei pochi referendum a cui ha partecipato un quorum di votanti, referendum che chiese con forza quel proporzionale che ne destra, e ne tantomeno la sinistra hanno mai realizzato e che ora vogliono abbattere. Berlusconi quindi smentisce se stesso e le sue regole elettorali e le fa passare come se non ne fosse stato lui l’artefice, e la sinistra plaude ancora una volta, lascia che la destra faccia le cose per non sporcarsi le mani e salvare la faccia, ma poi non le cambia anzi lotta per mantenerle, come con il conflitto di interesse o la stessa legge elettorale. <br>
Contiamoci, in questa stanza ci sono tre persone, una di queste tre ha detto ai soliti sondaggisti che voterà per Berlusconi, salvo poi lamentarsi nascondendo vergognosamente la mano.


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