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RADIOROCK.TO NEL MONDO

Di: Gianni Ciaccio | 12/11/2007

  

Dopo il primo periodo di rodaggio si porta la vettura dal meccanico, lo si prega di non approfittare della nostra ignoranza, la si lascia e poi la si riprende con, speriamo, tutti i livelli a posto. Succede così anche nelle favole che ci raccontavano da bimbi e che continuiamo, proni, a raccontare ai nostri figli: il lieto fine.

Però le favole non coincidono con la realtà di alcune, se non tutte, situazioni lavorative.

Oggi, senza indugi ed assumendomi le relative impopolarità, voglio parlarvi di Radio Rock The Original.

Si, perché ho l'impressione che si sviluppi una discrepanza e che, invece di attenuarsi, si ampli.

Cosa abbiamo sul tavolo? Primo, il mezzo internet. Secondo, gli autori podcaster. Terzo, i fruitori del sito ed ascoltatori.

Sono dell'idea che internet diverrà a breve il luogo di comunicazione per eccellenza dove telefono, video, audio e scrittura si incontreranno e scontreranno. Ciò sarà realmente compiuto quando le tecnologie di fruizione veloce, adeguata alla offerta, saranno estese a tutta la popolazione. Per ora è più un fatto di immagine e ritorno pubblicitario delle aziende fornitrici, che di reale offerta di connettività, almeno in Italia.

Poi ci siamo noi, un gruppo eterogeneo di persone con differenti esperienze nel campo della comunicazione e della musica. Con grande tenacia e passione, dopo anni di esercizio radiofonico in FM, dopo storie professionali iniziate per molti negli anni '70 ed '80, ci siamo ritrovati intorno ad un progetto ancora una volta bellissimo, nuovo, libero. Dove ognuno porta se stesso, il proprio modo di interagire, intervistare, parlare, sentire e vivere la società ed una sua forma di comunicazione: la MUSICA. Non quella banale fatta per vendere pannolini e panettoni, che hanno tuttavia la loro grande utilità al di là dei suoni. Ma quella che emoziona, rizza i peli sulle braccia, commuove e può fare muovere o pensare.

Infine ci sono i lettori-ascoltatori di questo progetto che si chiama RADIOROCK.TO . Coloro che ci hanno ritrovato dopo anni di assenza (in)giustificata da parte nostra che abbiamo fondato e dato una impronta chiara a quella che era la nostra radio in FM. Coloro che ci hanno conosciuto adesso tramite i meccanismi del WEB.

Questa la situazione attuale.

E' passato circa un anno dalla nostra (ri)nascita come sito attivo in versione audio. E' stato fatto tanto lavoro. Dal punto di vista del sito l'ultima versione è ancora in fase di continuo miglioramento a testimonianza dell'impegno di Francesco Andreani detto Franz. Le produzioni in podcast sono il frutto di ricerca musicale e di tenacia nel ritagliare tra i propri orari lo spazio necessario alla registrazione. Al ritorno dal lavoro tra una lavatrice, i figli e la cucina.

Fino qui tutto bello. C'è però un anello della catena che non mi convince ancora. Ho appena detto che internet "diverrà a breve il luogo di comunicazione per eccellenza". Diverrà, non è divenuto. E come per tutto ciò che riguarda il futuro è una previsione, una possibilità. Non è storia, certezza.

 Torniamo alla discrepanza. La forbice che avverto riguarda da una parte tutto il nostro lavoro e dall'altra il numero, la quantità, a cui arriva. Un  numero, qualche centinaio di download al giorno (intorno ai 500 tra podcast e pod rubriche), che se da una parte è un risultato di tutto rispetto per il mezzo così dispersivo, dall'altro non può ancora competere con le radio tradizionali. Il mezzo è e sarà sempre più dispersivo. Come una grande enciclopedia di 100 volumi da 10.000 pagine ognuno, dove se non sai che esistiamo, non conosci il nostro nome, non ci troverai mai…

Conseguentemente credo che dobbiamo affiancare, almeno in questi primi anni, il sito a tutte le radio piccole, locali, web, nazionali… cedendo le nostre trasmissioni come specificato nell'introduzione alla home page. Costituendoci come agenzia di produzione, ad esempio. Contattando chiunque possa essere interessato. Lavorandoci sopra. Cercando, infine, di rompere quel magico isolamento, tutto virtuale, che sembrano dare i vari siti o blog.

Credo nella forza del gruppo. Ed in questo caso il gruppo non è solo chi "podcasta" ma anche e soprattutto che ascolta, fruisce, legge. Quelle centinaia di persone , noi compresi,  alle quali chiedo di accendere i motori. Se è vero che internet crea comunità, se è vero che solo cento persone possono arrivare a migliaia di persone tra amici, parenti, amici di amici e di parenti, se è vero tutto ciò, abbiamo contatti dovunque. In RAI, alla BBC, alla CNN…sto esagerando…a me basterebbero tutte le varie radio piccole e strapiccole italiane e/o, perché no, straniere.

Ci proviamo?  


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