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AKBAR. IL GRANDE IMPERATORE DELL'INDIA

Di: Marcello Berlich | 06/12/2012
FONDAZIONE ROMA MUSEO - VIA DEL CORSO, PALAZZO SCIARRA FINO AL 3 FEBBRAIO 2013 Vissuto tra nella seconda metà del '500, Akbar rappresentò uno di quei particolari casi di monarca caratterizzato da molteplici contrarsi: un conquistatore e un governante illuminato, analfabeta ma amante dell'arte e della poesia, costruttore di una società all'insegna della pacifica convivenza delle religione, ma capace di massacrare senza pietà decine di migliaia di ribelli: un mosaico di atteggiamenti 'estremi' che ne ha contribuito alla grandezza, riservandogli un posto nella ristretta cerchia dei sovrani la cui memoria è destinata ad essere tramandata nei secoli.
Eppure, come detto, qui da noi, a causa del 'solito' atteggiamento eurocentrico nei confronti della storia è poco o per nulla noto, forse anche perché le sue conquiste non sono arrivate ai confini europei, come successo per Gengis Khan, né gli echi delle sue gesta sono arrivati a colpire il nostro immaginario, come nel caso di Tamerlano.
A colmare la lacuna arriva la mostra allestita presso la Fondazione Roma Museo nella sede di Palazzo Sciarra: un prima mondiale, perché mai prima d'ora era stata organizzata un'esposizione del genere, incentrata solo ed esclusivamente sulla vita dell'Imperatore e sulla società del continente indiano durante il mezzo secolo del suo dominio. Lo sforzo compiuto per la raccolta dei materiali vale da solo il prezzo del biglietto, con oggetti provenienti dai musei di mezzo mondo.
Articolato in cinque sezioni, il percorso espositivo segue la filosofia di governo di un uomo che si è trovato a governare la gran parte del subcontinente indiano, raccogliendo un territorio che oltre all'odierna India raccolse i territori oggi occupati da Afghanistan, Pakistan, Nepal.
Vita a corte, governo e politica; Città, urbanistica e ambiente; l'evoluzione delle arti e dell'artigianato; Guerra, battaglia e caccia; Religione e mito: queste sono le sezioni in cui è stata articolata la mostra: domina, in gran parte, l'arte della miniatura, che mostra un'evoluzione pittorica ancora agli inizi (siamo nella seconda metà del '500, ma lo stile ricorda quello dei nostri pittori medievali, ancora prima della 'scoperta' della prospettiva), eppure nella loro semplicità queste raffigurazioni riescono a trasmettere tutti i contrasti di quella società, tra corti pacifiche ed opulente e scenari di guerra che non risparmiano immagini che oggi si potrebbero quasi definire 'splatter'.
In parallelo, si ammira il gusto tutto orientale per la decorazione degli oggetti, tra monete, tappeti, oggetti di arredamento, armi; mentre l'ultima sezione si apre sulla visione di apertura ai credo più diversi, sottolineata dalla serie di immagini ispirate al Vangelo.
Indubbiamente una mostra affascinante, che offre soprattutto una di quelle eccezionali occasioni per affacciarsi, in tempi di globalizzazione, sulla cultura di un mondo geograficamente lontano, ma culturalmente sempre più vicino a noi, per sorta di 'viaggio verso Oriente' che può trovare un ideale conclusione nella mostra dedicata alla Via della Seta, in corso al Palazzo delle Esposizioni.

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