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La radio fa notizia

Di: Franz Andreani | 17/10/2012
Potrei iniziare il mio post come hanno fatto giornali radio e telegiornali nella giornata di martedì, vale a dire con la notizia che è passato il temporale e non è successo nulla: la notizia che non fa notizia si sporgeva dalle prime pagine surclassando Monti e la sua manovra di stabilità o la nuova Alitalia, la new company che a forza di esternalizzare servizi, continua ad indebitarsi come ai tempi della vecchia Alitalia e a disdegnare i lavoratori, la vera risorsa per ogni saggio imprenditore italiano. La notizia che non fa notizia obnubila perfino la nube nera di Taranto, o l’unica ricetta italica per salvare il paese: quella di costringervi ad appartenere ad una categoria: cosa siete voi, ricchi, imprenditori, avvocati, notai, poveracci, operai a contratto, donne, commercianti, medici chirurghi, medici generici, medici veterinari? Trovate una collocazione e qualcuno vi salverà, perché se non vi inquadrate la bufera vi porterà via.
Ed invece no, una notizia che interessa la nostra radio assurge a tema del blog di oggi. In effetti è più di un mese che abbiamo ripreso con la nostra settima stagione, ritoccando profondamente grafica e organizzazione del sito e della radio. L’anno della crisi nei rapporti di coppia, quindi un anno cruciale, e in un mese e più di attività, non ho mai avuto occasione di soffermarmi sulla nostra radio.
Per essere un’impresa che si regge sulle sue gambette fragili, su una quarantina di piedi tutto sommato, di strada ne ha fatta. Credo che quest’anno Radiorock.to abbia trovato un po’ il suo equilibrio, il suo modo di operare – un gruppo di amici affiatati che scambiano musica con voi e tra di loro.
E non è un caso che in questo periodo sia diventato completamente operativo lo studio - il Main Studio come lo chiamiamo, visto che la nostra radio è sparpagliata in giro per l’Itala e potenzialmente potrebbe dare origine ad una trasmissione da qualunque parte ove ci fosse una connessione internet – mettendolo a disposizione dei musicisti che volessero suonare la loro musica nei nostri podcast. Non lo sapete ancora, ma dal Main studio sono iniziate le registrazioni di una nuova rubrica che si chiama The Original Live, coordinata e curata da Marco Cavalieri coadiuvato da Fulvio Savagnone e da me con il prezioso aiuto di Sergio De Vito, che vi farà ascoltare i gruppi che suonano nelle loro formazioni “minimali”, da strada, o da camera se volete usare un gergo “classico”.
Abbiamo già realizzato i primi due appuntamenti con Têtes de Bois e Epsilon Indi che andranno in onda a breve, e Marco assicura di averne in cantiere ancora molti altri. L’idea non è certamente originale ma è il compimento di un sogno che mi porto appresso da decenni, da quando cioè faccio radio, o meglio da quando giocavo da piccolissimo alla radio. All’inizio della storia della radiofonia, la musica suonata e la parola erano le principali fonti creative. Il conduttore doveva avere degli argomenti interessanti per farsi ascoltare e mantenere l’attenzione e poi dava il microfono all’orchestra, al musicista, non c’era così tanta musica registrata. Ora – e soprattutto con l’avvento delle streaming radio su internet – la figura del conduttore è relegata in secondo piano a scapito di una playlist, un insieme ragionato di pezzi, che ormai è l’ossatura della radiofonia. Ora le playlist sono a tema, divise per genere o per atmosfera, ma rimangono sempre delle collezioni di canzoni abbastanza anonime, tutto sommato sempre le stesse cose rimaneggiate e rimescolate. Sono talmente simili l’una all’altra che tanto vale chiamarle mainstream.
Noi stiamo cercando di effettuare il cammino inverso, evitiamo le playlist – tranne ovviamente le nostre fisse della settimana, ma quella lista musicale ha un sapore talmente eclettico da non poter neppure essere definita una playlist – mettiamo la voce dei podcaster in primo piano, e c’è la promessa da parte del Bisbigliatore di mettere la poesia nei podcast, ed ora cerchiamo di riprendere la musica suonata, perché sentire qualcuno che suona, lì per te, davanti a te, anche se sei mollica nella moltitudine, e sempre una magia.
Cercheremo di adeguare il sito a questa nuova visione delle cose, mettendo in risalto proprio la musica suonata dal vivo. Durante il primo anno di vita avevamo un collaboratore che curava una magnifica trasmissione chiamata LivePod. Perez intervistava i gruppi che passavano nel suo studio di registrazione e li faceva suonare. Questi podcast sono naturalmente scaricabili dal sito ma bisogna sapere cosa si sta cercando per poterli ritrovare. Ebbene queste vecchie realizzazioni unite alla nuova serie curata da Marco, oltre alle dirette e ai nuovi contenuti del sito, saranno l’ossatura, la spina dorsale, meglio, di Radiorock.The Original per questo 2012.
Da ultimo vi ricordo che la radio si regge sulla tenacia di un pugno di divertiti podcaster, se avete la possibilità di contribuire, proponendoci trasmissioni, realizzandole con noi, o anche economicamente, bene, è il momento di farlo, potete scrivere ad ognuno di noi alla redazione, o mandarci i vostri contributi via Paypal. Noi ce la metteremo tutta per trasformarli in tantissima buona musica. Visto che una notizia che fa notizia l’abbiamo trovata?

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