Cerca tra i 5477 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Il Golem di Praga – Leggende ebraiche del Ghetto

Di: Bookworm | 02/10/2012
Questo libricino, pubblicato nel 2005 dall’editore ceco Vitalis e tradotto da Daniela Fecchio, è stato evidentemente pensato come souvenir, tanto che il nome dell’autore è stato dimenticato nella traduzione, o forse semplicemente l’autore ha preferito restare anonimo. Ma la qualità del prodotto è tutt’altro che dozzinale. Intanto l’aspetto fisico: è stampato su carta abbastanza pesante, quella un poco giallina, porosa, che ha un buon odore; è rilegato bene, come gli editori italiani legano i libri con la copertina rigida, sono pochi che mettono tanta cura anche nei libri in brossura; ha una sopracoperta in carta lucida satinata, che copre una copertina comunque colorata e con il titolo; è corredato di molte illustrazioni in bianco e nero di stampe più o meno antiche, riprodotte molto distintamente. La traduzione è buona, con qualche scivolata qua e là, ma sono poche, e la lingua è un buon italiano; il testo è corredato di note che richiamano i personaggi storici e le festività ebraiche, utili come punto di partenza per chi volesse poi approfondire l’argomento. I primi due capitoli, “In che modo giunsero gli Ebrei in Boemia” e “La Vecchia Nuova Sinagoga di Praga” forniscono una base storica (seppure intessuta di leggenda), presentandoci le origini della comunità praghese, che si fanno risalire all’anno 860, e della città ebraica sul sito attuale, la cui costruzione con edifici in legno venne iniziata nel 907. Nel 929 fu decisa la costruzione di una sinagoga in pietra, spianando una collina coperta di cumuli di pietre e sterpaglie all’interno della città ebraica; ma durante gli scavi furono rinvenuti i resti di un muro che sembrava costituire la parete di un’antica Casa di Dio, e in seguito vennero trovati anche un’antica Thora in pergamena di cervo e alcuni libri di preghiera in lingua ebraica; in effetti un’antica tradizione racconta di una fiorente città ebraica in quel sito, caduta intorno al 70 d.C. La Nuova Sinagoga fu costruita utilizzando le pietre dell’edificio più antico, e per questo prese il nome di Vecchia Nuova Sinagoga. Avendoci quindi dato una cornice nella quale visualizzare le storie, il libro passa alle leggende del ghetto, che sono presentate senza un ordine cronologico, anche se ciascuna viene inserita nella sua precisa epoca storica, dalla fine del 1200 al 1700, con richiami precisi ai re Boemi e ad avvenimenti storici come epidemie, incendi e assalti al Ghetto da parte della popolazione praghese, assalti che sembrano essere una costante in tutta la sua storia, anche se la popolazione ebraica viene presentata come composta da sudditi fedeli, sempre pronti a combattere per il re di Boemia, e soprattutto a finanziarlo. I protagonisti delle storie sono sempre uomini estremamente pii, o rabbini; ma le leggende non hanno nulla in comune con le storie dei santi cristiani, sembrano piuttosto attingere ai demoni buoni e cattivi della tradizione araba, e lo svolgimento dei racconti ricorda più di qualsiasi altra cosa le favole dei Fratelli Grimm. La fede, l’umiltà, l’onestà, la costanza e il coraggio – qualità che ho elencato in ordine di importanza per l’etica di queste leggende – vengono premiati sempre con la ricchezza; nella leggenda di Mordecai Meisel appaiono in una foresta due omuncoli che raccolgono sacchi di monete d’oro incandescenti, che richiamano alla mente la favola dei Grimm di Biancarosa e Rosaspina, e in un’altra viene gettata una scimmia morta nella casa di un povero, e lo stomaco della scimmia è pieno di monete d’oro, e questa sembra un episodio delle Mille e una Notte. La leggenda del Golem si inserisce in una serie di racconti sulla vita di Rabbi Löw; viene descritta la creazione del colosso d’argilla, per proteggere il Ghetto dagli attacchi della popolazione di Praga, i danni che fa quando diventa furioso perché non avendo ricevuto ordini non sa cosa fare e comincia a correre per la città rompendo tutto, e la sua messa a riposo quando non è più necessaria la sua forza per difendere il Ghetto. Anche qui, se si vuole sapere di più, bisogna andare a cercare altre fonti; questo libro è una piacevole raccolta di spunti e stimoli volti ad arricchire la nostra conoscenza di una cultura che è parte integrante del nostro bagaglio storico e culturale di Europei, e dimostra che il bagaglio ci arriva anche da molto più a est di quanto non credessimo.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST