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SCARLETT THOMAS: IL GIRO PIU' PAZZO DEL MONDO

Di: Marcello Berlich | 17/09/2012
Luke non è mai uscito di casa in vita sua; o almeno, una volta ci ha provato e momenti ci resta secco: colpito da una rarissima forma di allergia alla luce solare e in generale, all'ambiente esterno, ha passato i primi 25 anni della sua vita praticamente recluso, vittima di una madre iperprotettiva, vivendo il mondo attraverso la tv. Ciò non gli ha impedito comunque di crearsi un giro di amicizie e sentimenti, a partire da Julie, sua amica fin dai tempi dell'infanzia, che in Luke e nel suo bisogno di essere protetto ha trovato un alibi per la sua paura del mondo. Insieme a loro, un manipolo di variegati personaggi, tutti coi loro piccoli o grandi problemi, che improvvisamente decidono di lasciare la cittadina dell'Essex in cui abitano, per raggiungere in Galles un guru che sembra potrebbe avere la soluzione per la malattia di Luke.
Il tutto, prevedibilmente, si trasformera in un viaggio di (tras)formazione, in cui i diversi protagonisti troveranno la loro strada, il loro modo per superare le loro piccole - grandi paure.
Alla fine del volume la Thomas cita esplicitamente alcune righe del Mago di Oz, e infatti Il Giro più pazzo del mondo ne ripercorre, seppur in minima parte, i passi, rientrando in maniera più generale nel filone dei viaggi 'corali', delle 'compagnie" etc...
La Scarlett Thomas (quasi) degli inizi: anno 2002, subito dopo l'enigmatico - a altrettanto corale - L'Isola dei Segreti, ma prima delle teorie del complotto di PopCo, o dei viaggi psichedelici di Che fine ha fatto Mr. Y, o ancora del più complesso e sospeso Il nostro tragico universo.
Il giro più pazzo del mondo è un racconto dai contorni favolistici, che ci presenta una galleria di giovani uomini e donne alle soglie di quella 'maturità' che oggi si è spostata verso i trent'anni: incertezze sentimentali, dubbi sulla propria sessualità, precariato lavorativo, il rapporto con la malattia e la morte, le nevrosi frutto di un mondo e di 'convenzioni sociali' nei confronti dei quali si sente di essere inadeguati, con personaggi ai quali ci si affeziona, nella migliore tradizione di autori come Hornby, Haddon, Welsh o Doyle.
Nulla di nuovo, dunque? Obbietterà qualcuno: "Il giro più pazzo del mondo" non aspira di certo a passare alla storia come un capolavoro, e probabilmente Scarlett Thomas non verrà mai candidata al Nobel... ma insomma, la capacità di dare vita a personaggi nei quali ci si riconosce e di far provare alla fine della lettura la sensazione agrodolce di aver finito di accompagnarli nel loro viaggio, forse può bastare.

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