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Come Il Suono Dei Passi Sulla Neve

Di: Gianluca Diana | 31/07/2012
Diventa un appuntamento fisso. Ad agosto, in questo caso 31 luglio ma suvvia non siamo fiscali, torna la recensione di un disco di Zibba. Colpa sua. Che ci sta abituando bene, davvero bene. Un disco all'anno, per una delle perle cantautorali della penisola. “Come Il Suono Dei Passi Sulla Neve” è un'altra piccola gemma del ligure, che assieme ai suoi Almalibre continua a narrare canzoni. Con una maturità nella scrittura delle liriche che cresce sempre più, accompagnata da una voce che diventa ancor più sabbiosa e profonda. Son storie, spesso d'amore ma non solo, quelle che scivolano via lungo le undici incisioni. Che a dir la verità son di più: brevi ma numerosi infatti gli interventi in forma di spoken word. Sarà forse le frequentazioni teatrali in cui Zibba si è sperimentato. O sarà semplicemente che il nostro ha un sacco di cose da dire. Il che non significa che un cantante lo faccia necessariamente cantando e sempre in prima persona, talvolta le voci narranti diventan plurime. Come in questo caso. Non bastasse entrano in gioco anche altri cameo players: Vittorio De Scalzi, Eugenio Finardi, Carlotta, Roy Paci. Ognun da il suo apporto e risulta coeso nel tema in cui impegnato, con equilibrio e personalità. E insomma scivolano alle grande queste canzoni. I suoni sempre intrecciati tra istanze di reggae, blues, balcani ed in generale stralci di musica popolare mediterranea. Un brano su tutti, di modo che non facciamo torto agli altri: “Nancy”.

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