I fatti: al termine del concerto della Banda Bassotti un gruppo di, dicono i testimoni, circa 150 persone a volto coperto con caschi e fazzoletti, inneggianti al duce ed armati di spranghe, bastoni e coltelli, cercano di entrare nell'area concerto di Villa Ada. Già da giorni durante i concerti legati a "Roma incontra il mondo" si erano verificati danneggiamenti alle auto in sosta, presumibilmente del pubblico dei concerti.
Fascisti? Già . Però bisogna capirli...
Da tanti anni si parla solo di comunisti soprattutto negli ambienti di destra. Da quando S. Berlusconi è entrato in politica sembra che in Italia ci siano solo comunisti. Dovunque. In tutti i recessi sociali, in tutti gli uffici, in tutti i partiti. Comunisti, solo comunisti. Di fascisti più nemmeno l'ombra. Certo, girano personaggi sinistri in tutti i gangli vitali dello Stato, ma sono, appunto, sinistri. Comunisti. Ora immedesimiamoci in quei ragazzi che frequentano le decine di centri di estrema destra romana. Con tutto lo spray e la vernice usati sui muri, i manifesti, gli interventi alle radio "sportive", la fidelizzazione nelle curve ecc, nessuno degli esponenti della destra che li citi, come se non esistessero. E poi l'ultimo scorno: il leader della destra che vede comunisti ad ogni piè sospinto, e che normalmente quando ne parla ne parla male, che infarcisce il suo partito di comunisti che, da quel momento, diventano ex-comunisti. Basta!! L'unico sistema per far parlare di noi, avranno pensato i 150 neri mascherati, è far di nuovo ciò che ci hanno raccontato i nostri papà e/o zii. Cortei al grido di "duce, duce", spranghe e tutte le icone giuste. Che chi sono questi copioni usurpatori dei Black Block? Pure questo c'hanno fregato 'sti comunisti.
E così, spinti da tanti ideali, l'hanno fatta grossa. E fuori dal vasino. Perché se prima questi attacchi estemporanei venivano fatti tra gruppi o fazioni ( tu rosso, io nero) in una triste daltonia, oggi questi figli del malessere dal benessere, hanno attaccato famiglie con passeggini, nonni e nonne, ragazze, insomma il pubblico allegro e festante delle notti romane. Hanno scritto il loro lugubre epitaffio. Ora, finalmente, lo Stato non può girare la testa. Mi aspetto che, nel nome degli ideali appena elencati da W. Veltroni, siano velocemente smascherate le fruste ed inattuali losche figure immerse ancora nelle peggiori melme del ventesimo secolo. E che siano messe in condizione di non nuocere, a spese, purtroppo ancora una volta, dello Stato.
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