Cerca tra i 5478 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Tres

Di: Gianluca Diana | 17/07/2012
Attenzione. Questo è un disco di quelli eccelsi. Lascia il segno da subito. Uno di quelli che al primo attacco non ti lascia il tempo per introduzioni sognanti od evocazioni oniriche. Si chiamano Tres, una volta si chiamavano First Experience. Questo accadeva quasi venti anni fa, quando ancora adolescenti andavano in giro a suonare facendo gli adolescenti prodigio del rock. Poi le circostanze dell'esistenza li han portati ognuno a percorrere strade diverse. Parliamo di Rola Cappanera alla batteria, Simone Luti al basso e Roberto Luti alla chitarra. Casa madre la città di Livorno. Da qui mossero i primi passi, ad oggi da lì fan lo stesso con questo lavoro omonimo per la Inconsapevole Records [un nome fantastico, diciamocelo] in cui dipanano in modo totale i quattro piani quinquennali trascorsi dalle loro prime volte. Dando vita ad un album che consta di undici brani, tutti strumentali e tutti autografi, eccezion fatta per una “Hey Joe” di hendrixiana mememoria completamente stravolta al punto tale che diviene irriconoscibile. E' un disco profondamente elettrico, muscolare ed adrenalinico. Un power trio versione 2.1 che sa di stoner e post rock, in cui sparsi appaiono frammenti di grunge e rimembranze degli ultimi Ex e dove ulteriormente sia affaccia un chiaro chitarrismo di marca afroamericana. Complice in questo i tanti anni trascorsi dal chitarrista a New Orleans, esperienza questa che arricchisce il suono della ritmicità del funk e della caratterialità del blues. Se fossero stati scandinavi sarebbero pubblicati dal nuovo corso della Rune Grammophone. Vi manca una sana storia chitarra basso e batteria? Eccola, cambierà la vostra estate. Acme? Difficile sceglierlo. Ma intanto, suonate questa: “20th Century Breakdown”.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST