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Odio i vivi

Di: DJ Moostash | 24/03/2012
Sono già passati tre anni da Semper biot, il disco che segnò il grande ritorno di un artista fuori dagli schemi, eclissatosi nel nulla all’apice del successo: Stefano “Edda” Rampoldi, già frontman dei Ritmo Tribale.
Fu un fulmine a ciel sereno, inatteso, ed un cazzotto nello stomaco, per la viscerale carica emotiva di un lavoro molto scarno, nel quale Edda si metteva a nudo, in tutta la sua complessità, ed in qualche modo combatteva i suoi demoni.
Questo Odio i vivi era invece sicuramente molto più atteso, e direi che è destinato forse ad alimentare qualche dibattito ma alla fine a non deludere.

Al fianco di Edda troviamo nuovamente Walter Somà, autore e musicista, e Taketo Gohara, produttore, ma il risultato è sicuramente diverso.
Se, infatti, Semper biot era un album molto essenziale, in questo caso i suoni sono spesso molto più ricchi, complessi, e vogliono unire modernità e classicità, negli arrangiamenti come negli strumenti.
Ci si può chiedere se una veste scarna non sia forse quella più adatta a questo artista “visionario e reale, spirituale e naïf, ma altrettanto terreno e carnale”, ma alla fine non si può non apprezzare la voglia di non ripetersi, di trovare nuove strade.

Al centro di tutto, comunque, resta sempre Edda, la sua particolarissima voce, i suoi testi impenetrabili, e soprattutto la sua grande capacità di trasmettere emozioni profonde: bentornato!!



“Se muoio rinasco
Se rinasco mi tocca vivere
Se vivo prima o poi mi ammalo
Di sicuro invecchio
Per questo ODIO I VIVI, perché muoiono”
(Edda)

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