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Il Mondo Nuovo

Di: DJ Moostash | 25/02/2012
C’era molta attesa per l’uscita di questo disco, sicuramente uno degli eventi di inizio anno.
Giustamente, direi: Il Teatro degli Orrori è certamente uno dei progetti più interessanti degli ultimi anni, che arriva con Il Mondo Nuovo al terzo album, tappa fondamentale nella storia di una band.

Lo dico subito, apertamente: l'attesa è stata per me ripagata.
Pierpaolo Capovilla e soci hanno pubblicato un disco molto importante, frutto di un progetto molto ambizioso, al punto che inizialmente si sarebbe dovuto intitolare Storia di un immigrato, chiaro omaggio a quello Storia di un impiegato con cui De André lasciò un segno indelebile nella storia della musica italiana.
E' quanto meno troppo presto per dire se Il Mondo Nuovo farà altrettanto, ma di sicuro rappresenta secondo me la definitiva consacrazione di una band nel pieno della sua maturità.

Va detto che non sono stato fino ad ora un fan incondizionato: pur amando molto alcuni pezzi, e rispettando la band, faticavo un po’ a digerire i primi due album nella loro interezza.
Ciò che mi ha invece colpito de Il Mondo Nuovo è come il disco scorra veloce, ed i suoi 74 minuti sembrino passare in un attimo: sedici brani tutti molto ricchi di idee, di contenuti musicali e lirici, che ti travolgono come un fiume in piena.
Il panorama sonoro è molto variegato: il muro di suono che è ormai il loro marchio di fabbrica si colora di tinte in continuo cambiamento, al di sopra del quale riecheggia l’inconfondibile cantato recitato di Capovilla, le cui liriche sanno sempre colpire ed emozionare. Giulio Ragno Favero e Francesco Valente forniscono una sezione ritmica granitica quanto dinamica, sulla quale le chitarre di Gionata Mirai costruiscono trame di grande impatto.
Se a questo aggiungete un pugno di grandi ospiti (Caparezza, Aucan, Egle Sommacal, Rodrigo D’Erasmo, Fabio Rondanini..) ottenete un disco di grande spessore, che cresce con gli ascolti, non cessando di sorprendere.

Buon ascolto!!
Moostash



PS: Il primo singolo, Io cerco te, e la già famosa strofa dedicata a Roma (“Roma capitale, sei ripugnante, non ti sopporto più”), hanno scatenato molte polemiche, per me dovute alla lettura superficiale della frase.. Siamo sinceri, molte cose si possono dire di Capovilla, ma non credo proprio lo si possa pensare leghista!

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