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Clear Heart Full Eyes

Di: DJ Moostash | 11/02/2012
Confesso: fino a pochi giorni fa non conoscevo Craig Finn.
L’ho scoperto nel modo migliore, quello diretto, avendo la fortuna di assistere ad un suo showcase a Londra, su indicazione di un amico intenditore (grazie Cosimo!).

Il luogo era un mitico negozio di dischi, Rough Trade East, nel quale l’artista americano presentava questo suo primo disco solista, dopo l’esperienza Lifter Puller (3 dischi fra il 1997 ed il 2000) ed in pausa da The Hold Steady, band con la quale ha pubblicato fino ad ora 6 album, e con la quale tornerà a lavorare a breve.
Prima lo showcase, poi questo Clear Heart Full Eyes mi hanno permesso di scoprire un grande rocker ed un grande autore, nonché una persona spiritosa ed alla mano.

In un’intervista a Pitchfork, Craig Finn descriveva così le sue influenze musicali: “Crescendo a Minneapolis, gli Hüsker Dü erano una grande band. Ho sempre pensato che Grant Hart fosse il miglior songwriter: i suoi testi erano molto specifici, mentre Bob Mould preferiva in qualche modo testi più vaghi. Parlando di songwriters orientati sui dettagli, certamente Bruce Springsteen, Jim Carroll.. E molto hip-hop mi ispira veramente.. L’hip-hop è molto incentrato sui testi, e come autore è difficile non esserne ispirati..”
Ed in effetti la sua musica affonda sicuramente le radici nella migliore tradizione dei songwriters americani, per aggiungere suoni più sporchi, spesso saturi, e liriche mai banali, spesso più recitate che cantate.

Un disco che vi invito ad ascoltare: se vi piacciono certi suoni d’oltreoceano, non potrete che apprezzarlo, e magari fare come me, andando poi a scoprire gli ottimi The Hold Steady, dei quali ora attendo con molta curiosità il prossimo disco.


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