Cerca tra i 5479 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Un posto ideale

Di: Marco Cavalieri | 14/01/2012
2011 Incipit Records / Egea

Giovanni Block, napoletano, classe 1984, arriva al suo primo lavoro dopo aver vinto o frequentato con successo tutti quei Premi che segnano oggi il percorso della Musica d’autore: Tenco, Musicultura, Carosone, De Andrè, ecc… Ma poichè non gradisce parlare dei premi ottenuti, né tantomeno di “carriera”, cominciamo col dire che “Un posto ideale” è uno splendido regalo giunto proprio in coda al 2011, anche se atteso da molto tempo. Alcuni brani, infatti, erano noti al suo pubblico già da alcuni anni, ma lui ha deciso di pubblicarli tutti insieme, al momento giusto e non uno dopo l’altro, magari sfruttando la pubblicità di un Premio appena ottenuto. Discorso saggio e maturo che non ci sorprende da chi ha studi classici alle spalle (flautista e compositore al Conservatorio di San Pietro a Majella) e che a tredici era già musicista d’orchestra.

“Un posto ideale” è soprattutto un disco ricco: è ricco di ritmi e di suoni (perché come ricorda Giovanni, la Musica è una tavolozza piena di colori e l’artista ne deve saper cogliere tutte le sfumature), di ironia e di cuore, di idee e di ospiti, a cominciare da Sergio Cammariere - che in più di un’occasione ha usato parole di riguardo per Block - e Fabrizio Bosso, presente in ben tre brani con la sua tromba.

Trainato dal singolo “Il Paese del vinello”, il lavoro è stato arrangiato insieme a Josh Sanfelici (già con Mau Mau, Lou Dalfin e Fratelli di Soledad), prodotto da Ettore Caretta (che ha lavorato con personaggi del calibro di Capossela, Veloso e dello stesso Cammariere) e distribuito dalla EGEA. E dispiace davvero che alla fine in scaletta abbiano trovato posto “solo” tredici pezzi. Tante le chicche rimaste fuori, da “L’epoca del Presidente” a “Il ballo del coglione”, che vi consiglio vivamente di recuperare su Youtube.

Insomma, anche se scherzando Giovanni dice che ha realizzato questo disco per risolvere il vero dramma dei giovani artisti (ossia quello di dover pagare le bollette a fine mese) e se nello splendido pezzo di chiusura canta “chè fare il cantautore nel 2000 non conviene lo sai”, “Un posto ideale” è una delle cose più interessanti e gradevoli uscite nel 2011. E sebbene Giovanni abbia dichiarato in qualche occasione che il paragone non gli pare corretto, personalmente vedo in lui l’unico valido erede di Giorgio Gaber.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST