Lioness: Hidden Treasures
(Island) 2011
Del terzo disco di Amy Winehouse si cominciò a parlare, con un cinismo senza pari, poche ore dopo la sua morte. Si disse che era il seguito di "Back to black", che il materiale era pronto da tempo e che il lavoro avrebbe avuto forti influenze reggae.
Poi, col passare dei giorni (quando ancora non era chiaro se Amy fosse morta di alcol, di droga o di un mix di alcol e droga) il famoso "terzo disco" della Winehouse cominciò a trasformarsi nel solito, macabro cd postumo, di quelli che arrivano subito al rimo posto in classifica, fatto di rarità, "alternative version" e qualche inedito. E questo fa pensare che il vero materiale, quello prezioso, sia ancora ben custodito e che sarà distillato solo in seguito, con il contagocce.
D'altra parte il titolo (la sola cosa onesta di tutta l'operazione) lo dice chiaramente: si tratta di tesori nascosti, non di un disco di inediti. Ma sentire chi ha avuto la fortuna di lavorare con Amy e soprattutto suo padre Mitch parlare di "operazione che anche Amy avrebbe voluto", diciamocelo, fa decisamente rabbia.
Perché credo che i veri fan di Amy, quelli che come me la amavano e temevano ogni giorno di dover leggere "la notizia", abbiano vissuto gli stessi, laceranti conflitti: ignorare la vergognosa operazione commerciale e non dare una lira alla cosiddetta "fondazione Winehouse" o comprare il disco il giorno dell'uscita?
Personalmente, sono stato sollevato dalla pesante decisione da un provvidenziale regalo di Natale anticipato ("Lioness" è uscito lo scorso 5 dicembre) e ora posso dire a chi fosse ancora indeciso che "Between The Cheats" e "A Song For You" varrebbero da sole l'acquisto. Ma tenete conto che chi vi sta parlando è uno che il disco lo avrebbe portato a casa anche solo per le foto di Amy.
Quindi, prendete tutto con le proverbiali molle...