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Laced

Di: Chiara Colli | 25/06/2011
A sentirli (e a guardarli), nessuno direbbe che gli Psychedelic Horseshit provengono dalla stessa "scena" dei più patinati Times New Viking. Nato a Columbus, Ohio e cresciuto nel web attraverso il forum Terminal Boredom, il cosiddetto shitgaze è un camaleonte blasfemo, che ingurgita sei corde e synth, per risputarne una versione lo-fi non troppo clemente verso l'ascoltatore. Ben guardandosi dal prendere sul serio "la scena" - seppur divenendone una sorta di istituzione -, dopo l'infedele e sbilenco esordio con 'Magic Flowers Drowned' (Siltbreeze, 2007), una raccolta di singoli ('Golden Oldies') ed un EP ('Shitgaze Anthems'), gli Horseshit giungono al secondo lavoro in studio con qualche novità: il passaggio alla più glamour FatCat, la riduzione da trio a duo con i soli Matt Whitehurst e Rich Johnston in line up ed una sensibile virata verso suoni più sintetici, colorati e a tratti esotici. Vagamente West Coast, ma ancora strafottenti e storte, le (bad) vibes di 'Laced' aprono a immaginari orizzonti shit-wave e chill-hate, dove le etichette sono solo mezzi per offuscare le menti, e l'aggettivo "ipnagogico" l'ennesimo trick per fare pop. Visioni rarefatte e scarabocchiate, filtrate attraverso la lente deformante del lo-fi. E una title-track degna del Panda Bear meno nerd.

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