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Mombu

Di: Gianluca Diana | 12/04/2011
Le avventure jazzcore di A. Zitarelli [Neo] e L.T. Mai [Zu] sono un biglietto da visita estremamente convincente. Potrebbe non bastare. Periglioso il cammino delle commistioni sonore del settore. E già percorse, caso vuole, nella stessa amena città [Roma] sia dalle loro bands di origine che da svariate altre. Perchè potrà anche sembrare strano, ma nell'Urbe numerose sono le formazioni che in diverso modo hanno prodotto ed ancora oggi continuano a fare mescole jazz distorte e sbilenche. Se i genitori di questa scena sono i fenomeni improvvisativi dell'esperienza del Cervello A Sonagli, piuttosto che i deliri dei Gronge e degli stessi Zu, al momento l'ultimo nato in casa sono i Mombu. Che licenziano una grande incisione composta di otto brani autografi. Oltranzisti, spregiudicati e senza remora alcune i nostri sfilacciano una materia che ben conoscono e la ricompongono alla grande.
Si avverte lungo tutta l'esecuzione una forte ascendenza african-american, particolarmente nelle soluzioni ritmiche adottate. In queste entrano ed escono ambedue i due co-leader, pescando sia da ispirazioni AACM, che da episodi della santeria, della second-line di New Orleans e più in generale da tribalismi reconditi. Quello che poi resta all'ascolto, oltre ad una freschezza che induce a spingere nuovamente il tasto play, è la sensazione di un progetto in espansione totale. Un progetto quindi florido, ricco e potenzialmente molto interessante. Chissà dove porterà l'incedere dei Mombu, chissà da dove si aggiungeranno alle loro idee percusssionisti di varia natura e provenienza. Chissà quanto faranno oscillare le vostre teste stanche, o pavidi ascoltatori. Intanto iniziamo noi a farvi muovere: “S. Ancestor”!

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