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La Via Della Seta

Di: Gianpaolo Castaldo | 02/04/2011
Confesso che quando lo scorso anno uscì il remake di “Gioco Di Bimba” versione “Nuove Orme” ebbi una strana sensazione, non piacevole: forse i troppi ascolti legati alla voce di Aldo Tagliapietra, storico vocalist delle Orme, mi impedivano di giudicare serenamente la nuova interpretazione del pur ottimo Jimmy Spitaleri. Poi, giorni fa Guido Bellachioma mi gira una copia di “La Via Della Seta”, nuovo cd delle Orme. Non ci metto molto a capire che davanti a me avevo un cd di prog-rock sinfonico suonato con passione e maestrìa davvero eccezionali; una suite di 41 minuti divisa in 12 movimenti che ne fanno uno dei dischi più importanti della scena prog italiana. Tutto gira alla perfezione sin dal primo ascolto e anche l’editing grafico è degno di prodotti di altissimo cabotaggio: un lussuoso digipack nel quale viene descritta questa immaginaria linea lunga 8000 km che ha legato culture, religioni e tradizioni di popoli lontanissimi tra loro. Le Orme raccontano questa storia con la “sensibilità ritrovata di un gruppo che ama la musica al più elevato spessore e che non accetta fratture culturali tra le varie anime della nostra Penisola”; non me ne vogliano gli amici Aldo e Toni, compagni di Michi per una vita, ma questo è un progetto ambizioso: i testi ((bellissimi, peraltro) sono di Maurizio Monti (Pazza Idea per Patti Pravo, Un Amore per Mina e Cocciante). Si percepisce che questa è una vera band, consapevole della propria storia ma con una grande voglia di suonare rock “senza costrizioni di mercato”. Sulla “Via della Seta” le Orme hanno tracciato una nuovo solco, questo disco che vi farà vibrare dalla prima all’ultima nota, tanto è intenso ed emozionante. Edito contemporaneamente sotto forma di cd e vinile (in uscita a metà aprile), "le prime 99 copie dell'ellepì (gatefold cartonato/lucido - vinile in 180 grammi) saranno numerate e conterranno anche il cd in foglia dorata dello stesso lavoro e destinato alla ristretta cerchia dei fans". Due parole per Jimmy Spitaleri, una leggenda del rock progressivo in Italia sin dai tempi dei “Metamorfosi”, suo primo gruppo, una voce unica nel suo genere, matura e perfettamente a proprio agio nelle melodie che compongono la suite. Grandissimi gli intrecci delle tastiere, c’è un momento in cui due pianoforti (suonati magistralmente da Federico Gava, 20 anni, un talento vero, e Michele Bon, collaboratore delle Orme sin dai primi anni ‘80), si “scontrano” in quella che sul finale di “Mondi Che Si Cercano” diventa una spirale di note avvolgenti. Fantastica la scelta di Michi di non eccedere mai nell’uso delle percussioni, sempre giuste e misurate. Suggestiva la chitarra di William Dotto, direttore tra l’altro del Modern Music Institute di Treviso. Le Orme sono in tour in Italia per promuovere questo cd al quale è legato una mostra itinerante chiamata “Progressivamente, Roma Rock ’70”, venti scatti in b/n di concerti romani anni 70 (Genesis, Zappa, Gentle Giant, Jethro Tull, Battiato, PFM, Roxy Music, Soft Machine, le stesse Orme), stampati in alta definizione su pannelli 50x70. Le foto provengono dall’archivio di Guido Bellachioma e sono del fotografo Fabio D’Emilio che all’epoca scattava per la rivista Super Sound. Questi pannelli saranno messi all’asta per sostenere le spese mediche di Fabiana Del Vico, batterista della scena indie rock romana colpita da grave malattia. In esposizione fino al 13 maggio prossimo (ultima appuntamento, al Tenda A Strisce di Roma in occasione del concerto di Steve Hackett).

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